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domenica 23 giugno 2013

PICCOLI MONDI IN MOVIMENTO

Nel post precedente ho presentato le ragazze di PICCOLI MONDI, e abbiamo lasciato che fossero le foto a parlare; adesso, raccontiamo il loro evento performativo/installativo con musica e immagini in movimento: Alessia Degani e il suo Spazio blu, Dentro di Franziska Freymadl, Erica Lanzoni e lo Spazio-Tempo, la Radice di Roberta Sacchi, Giulia Voltini e il suo Giardino interiore, e poi quelli che ne hanno fruito di più e hanno dato la forza e lo spirito per trasformare quei piccoli detriti emotivi, quei satelliti di idee in veri e propri PICCOLI MONDI.



Il secondo video, curato da noi della Specie di Spazio, cerca di rendere giustizia alla voce e alla presenza di Franziska Freymadl, che per il suo piccolo mondo ha scelto noi per realizzare questo semplice videoclip, IL TUO TRASLOCO; spero che possa servirle nel futuro quanto probabilmente lo spera lei.



Un doveroso omaggio anche al parto di foglie di Erica Lanzoni, che ha cercato di raccontare in modo elementare (elementale?) un'idea dai molti sottotesti, che parla di contatto con la natura, di azioni e di creazioni, di geometrie esistenziali e pertanto disvelamento della propria personalità. Il video è stato girato in collaborazione con Filippo Iorio.


E adesso? Adesso non resta che aspettare di vedere quali nuove orbite percorreranno i piccoli mondi...
DCF

mercoledì 19 giugno 2013

PICCOLI MONDI


PICCOLI MONDI, sì, ma forse solo perchè piccoli sono i contesti in cui si esprimono e a cui si rivolgono. Non credo ci sia niente di piccolo nello sforzo, nell'adesione, nelle speranze di chi, artista o sostenitore, tecnico o curatore, ha vissuto questa esperienza, culmine di un progetto che forse è passato troppo inosservato, ovvero NO/WHERE NOW/HERE (e che la nostra associazione conosce bene, basta cercarne le tracce su questo blog). Non mi dilungherò in polemiche che nessuno leggerebbe, in una città troppo abituata a farsi la guerra da sola è molto meglio gettare un'occhiata a coloro che stanno in trincea, magari anche solo con l'elmetto calato sulla testa chiedendosi che diavolo succede; inutile poi accusare chi, solipsisticamente, snobba gli eventi di chi tanto ha da dire solo perchè si pensa migliore di altri o non si sente in essi coinvolto (e magari, tecnicamente, dovrebbe). Mi limiterò invece a complimentarmi con le ragazze che hanno dato vita ai loro "piccoli" mondi, ovvero, rigorosamente in ordine alfabetico, Alessia Degani, Franziska Freymadl, Erica Lanzoni, Roberta Sacchi e Giulia Voltini. Ognuna di esse ha espresso, in un processo che, sottolineiamo, è da ritenersi un percorso formativo, l'idea di uno spazio condivisibile, dove il pubblico può interagire con gesti e parole, visioni e soprattutto aspettative di chi queste strutture (il tanto famoso gazebo, rivisto ed evoluto) le ha tirate su sotto il sole cocente. Okkei, io c'ero e ne porto le tracce sulla fronte screpolata, ma sottolineo anche la presenza di Michele Ginevra, Elisabetta Dilda e Laura Carini, più qualche amico e collega che, mosso da sincero spirito di partecipazione e sostegno, ha dato una mano gratuitamente.
Forse una cosa che l'intensa giornata mi ha insegnato è che, al di fuori delle etichette, dei fanatismi, delle vanità, delle operazioni politiche e via dicendo, la professionalità si cela nella capacità di darsi e di dare senza tanti fronzoli, aiutando per il semplice piacere di farlo e, nel caso delle ragazze protagoniste dell'evento, regalando una parte di sè a chi è capace di accettare il dono proteso.  

Per adesso butto qui un pò di fotografie, scattate da me e da Sonia Secchi, alleata e amica. Ma grazie ad Andrea Riboni e Federico Fronterrè presto avremo altri scatti e un video che ricordi l'ennesimo tentativo di raccontare il mistero, fragile come il babau di buzzatiana memoria, "molto più delicato e tenero di quanto si credesse. Era fatto di quell'impalpabile sostanza che volgarmente si chiama favola o illusione: anche se vero. Galoppa, fuggi, galoppa, superstite fantasia. Avido di sterminarti, il mondo civile ti incalza alle calcagna, mai più ti darà pace."
 DCF    
                                                                                                      
 
 
Franziska Freymadl (nella foto più in alto al lavoro per costruire il suo spazio DENTRO, e qui sopra in due still frames del videoclip girato per lei da me, Anna Cigoli e Federico Fronterrè, che presto posteremo anche qui); Franziska è una ragazza dal carattere forte e deciso, forse più di tutte le protagoniste della giornata ha sofferto degli incidenti di percorso che un evento formativo dalle risorse limitate può causare, ma nel suo vigore risiede il suo pregio più grande, e nelle sue speranze la possibilità di capire meglio le esigenze di chi non fa arte solo per nutrire il proprio ego ma trovare una direzione nella vita. 
Giulia Voltini, in GIARDINO INTERIORE, ha creato uno spazio bianco, velato, profumato e pieno di fiori sospesi, un angolo per sedersi e riposare (malgrado il caldo) - un piccolo mondo molto amato dai bambini...
Roberta Sacchi detta Sakka, in alcune foto di Sonia Secchi e di Giulia Galelli; RADICE, il suo piccolo mondo, è una camera di archetipi e altri simboli che per me sembra unire l'arte contemporanea alla necessità di scoprire da dove essa viene, a costo di tornare nelle vecchie caverne e cercare fra le pitture rupestri.


SPAZIO-TEMPO di Erica Lanzoni mi ha coinvolto in più fasi, dato che dietro c'è una personalità complessa e semplice allo stesso tempo, qualunque cosa vogliano dire le due categorie; quindi: sassi, sabbia, foglie, tante foglie, il trucco della donna-albero, la femminilità intrisa di paganesimo. A questo link trovate il video che è parte integrante dell'installazione.

Onirismo, intimità e blu, tanto blu, per Alessia Degani e il suo SPAZIOBLU; un colore assurto a idea di calma magica, anche e soprattutto da posare sulla pelle.

Tante altre foto le trovate sulla pagina ufficiale dell'evento, e altre ne inseriremo noi in un post successivo.




martedì 4 ottobre 2011

2 OTTOBRE - FESTA DEL VOLONTARIATO: C'ERAVAMO ANCHE NOI

La Festa del Volontariato Cremonese compie 20 anni. Lo fa nel pieno di una delle crisi più dure mai vissute dall’Italia e dall’Europa, confermando il vasto mondo del volontariato e del no-profit come una delle più preziose risorse per la solidarietà e la coesione sociale. Lo fa in un Paese in cui fare volontariato è sempre più complicato e in cui balzelli, burocrazia e tagli di fondi sempre più pesanti sono riusciti a mettere in seria difficoltà una delle forze che, in tempi di crisi, maggiormente andrebbe sostenuta e valorizzata nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà.

Su queste basi, anche la SPECIE DI SPAZIO ha partecipato al grande incontro cittadino (Cremona, ricordiamolo) che ha visto riuniti circoli, compagnie, associazioni all'ombra del torrazzo o sotto il sole cocente di questi ultimi giorni di un'estate recidiva. Non potevamo mancare, come non abbiamo mancato altre volte a manifestazioni di questo tipo (cliccate qui e qui), essendo pure noi un'associazione culturale no-profit e svolgendo in quello che è il nostro campo specifico, la creatività soprattutto giovanile, un ruolo di volontari militanti (dieci anni che non vedo un soldo facendo quello che faccio, per intenderci). Un ruolo che svolgiamo in modo empatico ed estemporaneo, lontani da questioni opportunistiche, sfruttando il tempo a disposizione per "fabbricare" i nostri eventi all'insegna dei fatti prima che delle parole, lasciando su un pavimento ricoperto di mozziconi di sigaretta le manovre politiche e i ruffianamenti, gli accordi scellerati e le vacue promesse, cercando di mantenere un punto di vista critico, perfino arrabbiato, ma comunque onesto.
Allora ecco che, grazie al Cisvol, al circolo Arci e all'Ufficio Politiche Giovanili, abbiamo avuto un tavolo e tre pannelli, su cui appendere, esporre, raccontare le cose che abbiamo fatto. Sui pannelli opere degli artisti con cui finora abbiamo collaborato - non sto a ripetere i loro nomi, sono su questo blog, basta procedere a ritroso e si trova tutto. Sul tavolo, presentazioni dello Spazio, volantini dei prossimi appuntamenti, pubblicazioni che rischiano di finire al macero (ne riparlerò in futuro), tavole illustrate per raccogliere donazioni. Una lunga giornata, fatta anche di incontri utili, come quei ragazzi che si fermano a chiacchierare con noi e ci rivelano il loro bisogno di un luogo che possa contenere le loro idee. Un luogo che c'è, ripeto sempre, ma che ovviamente non può accontentare tutti, ci vorrebbero più denari e più tempo, e una vita assai più tranquilla. Un luogo che si nutre di noi quanto noi di lui, in cui la differenza tra fruitore ed escluso è dettata solo dalle capacità individuali di ciascuno di capire chi è, cosa vuole e perchè vuole.
L'autunno porta consiglio...
DCF

Vedute su una postazione ancora fortunatamente in ombra.
Miss Juliet, ovvero Giulia Frederica Dardani, che ci ha portato la sua illustrazione per C'ERA UNA VOLTA..., l'evento live in collaborazione con VANITAS' MARKET.
Una mascotte gentilmente offerta da Anna Kodama. Sarebbe un salvadanaio, ma un oggetto che non serve al suo scopo deve avere un'altra funzione. In questo caso, piaceva tanto ai bambini piccoli.
Eta, la signora dei pesci volanti, ci ha dato una mano, sciogliendosi un poco pure lei al sole...grazie mille, amica mia!

martedì 13 settembre 2011

IDENTITA’ FLUIDE NELLO SPAZIO EMPATICO: UN PENSIERO ELEGANTE

Anche questa è fatta. Ed è stata fatta bene, secondo il mio modesto parere. Un’inaugurazione dall’atmosfera molto milanès (ognuno dia la sua personale interpretazione a questa affermazione come meglio riesce), facce nuove e nuove relazioni, e la sensazione che la Specie di Spazio stia confermando la sua identità di luogo mutevole, che cattura l’identità di chi vi lavora dentro, che assorba tendenze e speranze, che vada in una direzione mai univoca, ma che, come nel giardino dei sentieri che si biforcano di Borges, sia impossibile capire se esiste una via o molte che si diramano spontaneamente da quell’unico punto in Piazza Roma 36 per perdersi nelle infinite possibilità di espressione del sé che racchiude. La Specie di Spazio si affeziona a chi momentaneamente lo possiede, mi pare; ed è questa una caratteristica rara per quello che ho potuto vedere intorno a me negli ultimi anni. Anche perché questa affezione tende a sedimentarsi soprattutto sugli artisti che occupano lo Spazio, per poi attecchire anche su chi viene a visitarlo, a sfruttarlo in senso sociale o professionale, generando una forte carica empatica che dura oltre il tempo della visita (so quello che dico, credetemi). Specie di Spazio come Spazio Empatico? Una possibilità allettante, rischiosa e da indagare, nel tempo…


Alcune parole sulle fotografe di questa esposizione voluta e curata da Federico Fronterrè e messa in piedi dal sottoscritto, da Valeria Rossini e dalle fotografe stesse (che vedete in alto sotto il titolo del post); non dimentichiamo l'importante aiuto e sostegno di Stefania Mattioli e della galleria d'arte Il Triangolo
Non voglio esprimere un parere critico, che stazionerebbe fra una sterile e autocelebrativa recensione e una riflessione contemporanea troppo lunga da gestire in questa sede.  Adoro la fotografia. Anche io e anche Federico siamo (anche) fotografi, ma poi le cose si complicano. Anche. C’è una fotografia che si ciba del compiacimento tecnico, analogicamente studiata, e una fotografia illustrativa che si genera davanti allo schermo del computer, attraverso la meraviglia di photoshop. C’è una fotografia ludica, una fotografia documentativa, una fotografia che non è fotografia, per tacere dei molti generi che la fotografia comprende, cui ognuno approccia a modo suo. Riscontro gli estremi di questa libertà descrittiva su cosa sia la fotografia nel lavoro di tutte e tre le ragazze, Giulia GrandiSofia Labadini Love e Giulia Voltini. C’è un’ambiziosa descrizione del sé, di un sé affiancato all’altro sè, mai stabile ma proteiforme, come negli (auto)ritratti di Sofia; la descrizione di un mondo fantastico, tra il glamour e la moda, fra il tumblr e il blogger, di Giulia Voltini; la descrizione di una perfezione, della bellezza, di un affetto celato dietro l’obiettivo, che mi sembra quello di Giulia Grandi*; è un magma di sensazioni, di percorsi già compiuti e altri da compiersi, che poi lo Spazio prende e rimodella, unisce e scompone, cercando un’armonia. Se poi l’armonia è cosa reale, cosa oggettiva che esiste in questo mondo sfaccettato, io non lo so; come chiedersi, citando Clive Barker, se un pensiero possa essere elegante o meno. Però è l’unico modo in cui riesco a definire quello che è IDENTITA’ FLUIDE: un pensiero elegante, isolato dal caos esterno.
DCF

*Per le fotografe: sono parole che nascono spontanee, che non cercano smentite, né esigono conferme. I miei limiti mi impediscono di dire di più senza perdermi dentro le parole, la qual cosa, se accadesse, si allontanerebbe dall’unica delle verità possibili, che è quella data dalle vostre immagini e da chi, osservandole, vi legge ciò che desidera leggervi. Un bacio a tutte e tre.

Qui in alto, pochi scatti per raccontare l'allestimento minimale di IDENTITA' FLUIDE, il nuovo vestito dello Spazio, fatto di foto e disegni, di sguardi e di corpi trasformati o in trasformazione.
Alcune foto di Giulia Grandi, detta Diletta; potete sbirciare sul suo facebook per trovare altri scatti.
Il lavoro di Sofia Labadini Love, che ha un blog dove dice che le piace tutto, e tutto è amore. Cliccate qui se volete scorrerlo.
Giulia Voltini: nelle foto come nei disegni, un tripudio di colori. Altre lisergiche cose sono qui, sul suo blog.
Il solito doveroso ringraziamento a Luca Muchetti (giornalista della Provincia, quotidiano di Cremona), cui dobbiamo il servizio qui sopra. La stampa può essere ancora amica...

IDENTITA’ FLUIDE è aperto fino alla fine di settembre, su appuntamento o sabato-domenica pomeriggio dalle 18.00 alle 20.30 circa.Veniteci. Cremona, Piazza Roma 36, ok?

sabato 3 settembre 2011

IDENTITA' FLUIDE il 10 settembre nella Specie di Spazio!


Federico Fronterrè, con l'inestimabile aiuto di Valeria Rossini, ha messo giù l'idea di una piccola mostra che ha due premesse fondamentali: prima di tutto, essendo lui un amante della fotografia, dare risalto a questo medium, che fino ad ora aveva latitato all'interno delle iniziative dello Spazio (a parte su questo blog, dove tanti hanno dato il loro contributo commentando per immagini gli eventi occorsi); secondo, ampliare il discorso accentratore dello Spazio scommettendo su tre artiste giovani che, a parte incontri occasionali, non conoscevamo ancora bene - un test, in definitiva, che sarà utile per evolvere in modo proficuo le nostre attività. 
Le fotografie sono il frutto dell'esperienza di ragazze che lavorano con le emozioni, in cui il dato tecnico è importante ma non indispensabile. Identità fluide come identità in trasformazione, che non si sono stabilizzate (ma è ancora importante, oggi?), di cui queste foto costituiscono una tappa, niente di più. Personalmente, a me piacciono assai, in alcune mi perdo perfino, in altre cerco il riflesso della persona che ha realizzato lo scatto, chiedendomi se dentro una texture slavata, un gioco di luci e ombre, un autoritratto mascherato, si celi la vera natura del narratore o l'emblema di un'alterità che mi sfuggirà sempre. 
Vabbè, basta paroloni...chi vivrà vedrà. E a proposito di vedere, di seguito una piccola selezione delle opere in esposizione per fare venire l'acquolina all'occhio.
DCF

Sofia Labadini

Giulia Grandi

Giulia Voltini