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lunedì 18 giugno 2012

WHO ART YOU?


Già, che arte sono io? O chi mi rende arte? Posso dire i miei amici, quelli più stretti, quelli più strani, che nel tempo si assottigliano, ma in cui non si può non credere, perchè credere in un esercito compatto, cameratesco, affettuoso e feroce, è meglio che non credere in niente. Potrei dire che sono io stesso, che mi rendo arte, che porto me stesso senza pretese laddove sembra che qualcuno mi voglia, con una Cura del Bianco o una favola, con una lacrima e un sorriso. O forse l'arte non alberga in me, con me proprio non ci azzecca, ma sono io che albergo in lei, e mi ostino a cercare chi fra noi vuole mettere su una bella comune di muppets impazziti, "troppo strani per vivere e troppo rari per morire", allons-y Alonso!
Mi sono preso un po' di tempo prima di scrivere questo post, che comunque non vuole essere lungo, ma che devo a me stesso e a chi mi ha invitato a questo evento milanese, in una via Savona mai bazzicata più di tanto, ma che in bicicletta e sudando come uno stilita assediato dai demoni mi ha rivelato scorci interessanti e cose belle. Eravamo alla Design Library, una cinquantina di artisti (desiderosi e forti di essere tali); poi c'erano quelli di WHO ART YOU?, ovvero i ragazzi dell'associazione NOLAB, il cui slogan è accattivante quanto, nel mio caso, bizzarramente divertente. "Pensare è dire NO", dicono citando Emile-Auguste Chartier (che di cose belle ne ha dette e scritte, e dopo lo riciterò). Eppure io, che dopo tanto tempo non mettevo un soldo in una collettiva d'arte, che di soldi ne ho pochi e perchè poi della mia immagine mi frega come a gesù del legno di cui era fatta la croce, ho detto sì, ho detto sì sperando di restare coinvolto, di non entrare in un'atmosfera radical chic (ce ne sono troppi, troppi), di trovare almeno uno con cui litigare degnamente, e riuscire a scattare almeno una dico una foto per la collezione della Cura. E invece...
Guarda un po', dopo un inizio imbarazzato, fra strascichi di chiacchiere su Macao e incerti tentativi di abbordare il vino, tra un inglese arrugginito ma sempre più sicuro di sé, mi sono alla fine proprio divertito. E di fotografie ne ho fatte più d'una. Ma poi no, è tutto andato bene fin dal giorno prima, in cui ho conosciuto le dolci stagiste che hanno ricevuto la mia foto montata artigianalmente su un pezzo di polistirolo grovierato, e che non mi hanno permesso di aiutarle nell'allestimento (ho la scimmia dell'allestimento...); in cui una ragazza di nome Monique mi ha fatto un complimento e regalato una banconota da cinque euro; quando ho incontrato Daniela Ficetola, che mi ha introdotto a questa serata, e che mi dispiace di non aver potuto conoscere meglio; e poi Żaneta Estera Drzymała, Eric Johnson, Giuseppe Gottardi e Laura Larmo, Arianna ed Elisa, Alessandro ed Emanuele, e tutti quelli che ho dimenticato al ventesimo calice di vino/birra/montenegro. Grazie ovviamente ad Anna Cigoli e Renato Skeletro379 Florindi, e a Riccardo Pirovano, che mi hanno supportato come sempre...
Ancora Emile-Auguste Chartier (l'avevo promesso): "È certamente vero che noi dobbiamo pensare alla felicità degli altri; ma non si dice mai abbastanza che il meglio che possiamo fare per quelli che amiamo è ancora l'essere felici." 
Prima della lunga serie di foto di WHO ART YOU? risponderò alla domanda forse più ovvia, ma che per me sta giusto in coda, dove deve stare - ripeto, almeno per me: no, non ho venduto nulla, e quasi tutte le foto della Cura che mi erano rimaste dalla serata nella Specie di Spazio sono state regalate, permutate, andate nel mondo, portandosi dietro la faccia sgretolata degli amici ed ex-amici che ritraggono.
DCF

Daniela Ficetola
Il sottoscritto, tal DCF (devo trovare chi mi ha fatto questa foto...)
Francesca Crotti
Petra Shara Stoor

Alcuni "scorci" della sera, ma il mio consiglio è di andarvi a vedere le altre foto a questo link di facebook, oppure non vi resta che farvi amici sul social network sia Daniela Ficetola che Alessandro Trabucchi, che sono quelli di NOLAB. E ora passo ad alcune foto mie e poi mi dileguo nelle ombre:  
Ilaria e Luca (i mostruosi piccini della foto a sinistra) sbirciano dal mio angolino nella Design Library...

Eric Johnson

Netka "Jeanette" Drzymała
Anna
Anna e Netka
Laura Larmo

lunedì 21 maggio 2012

ABC TOYS: IL VIDEO DELL'INAUGURAZIONE!



Toys di:         

-Simone Penna 
-Alessandro Pagliari
-Dario Alessandretti
-Gloria Guindani
-Sara Magni Persegani
Abecedari:   
-Angelica Altamirano                          
-Simranjit Kaur
-Natthawut Ardenghi Chaikaen       
-Anuj Kumae
-Michele Arena                                    
-Loris Leggieri
-Jonathan Bobbi                                   
-Martina Marconi
-Alessandro Bolognesi                        
-Jonathan Merlini
-Matteo Cavedo                                  
-Edoardo Palmisano
-Ossama Chaid                                     
-Andrea Pellegrino
-Natalia Cononcenco                         
-Jessica Pinferetti
-Cristina Cotofana                               
-Alex Racman
-Cristofer Filipescu                            
-Cinzia Rozzi
-Manpreet Kaur                                  
-Patrick Verona

sabato 17 marzo 2012

VERNISSACT


E' quasi alla fine questa sessione di raccolta fondi per la SPECIE DI SPAZIO, in realtà un buon motivo per metterci in gioco, io e Federico, che dopo lunga latitanza dalla ribalta, abbiamo deciso di investire su noi stessi - quantomeno per chiarire, e non sarà mai abbastanza, che il nostro spazio non è una galleria d'arte, nè un ente benefico, non un centro sociale o un passatempo,  ma un progetto artistico, che non si mette in competizione con nessuno se non con i suoi stessi fondatori. E poichè vive di rapporti, di conoscenze, di bisogni e di fantasie, incontra persone che aderiscono al suo concetto, lo adottano e promuovono, e ne divengono partecipi. Come Andrea Parisi e il suo VERNISSACT, ideale installazione work in progress, fatta di molteplici significati, che in questi giorni Andrea 'sperimenta' nella sede della nostra associazione per trovargli la giusta compiutezza, condividendola con le foto di Federico Fronterrè; da qui, un proliferare di connessioni fra un medium e l'altro, dialoghi che solo chi vuole indagare può scoprire, per poi dire la sua...
Venite a vedere e a testimoniare, siamo lì per conoscere quelli che diventeranno i nostri nuovi amici e a fronteggiare i nemici del futuro prossimo. Heil.


Chi fosse interessato ad approfondire VERNISSACT può, oltre che venire ad incontrare Andrea nella SPECIE DI SPAZIO, contattarlo tramite il sito dedicato al suo progetto, da leggere e ascoltare...
DCF

 

mercoledì 14 marzo 2012

OMBRE: PICCOLA CRONACA DAL FUTURO PASSATO


 Sarà un effetto del big crunch (ovvero l’esatto contrario del big bang, l’espansione dell'universo che, come molti hanno teorizzato, adesso ha cominciato a implodere su se stesso – big crunch, appunto), ma il viaggio a Prato, la performance nella Stanza Segreta, l’idea che mi ha dato l’evento OMBRE, perfino le persone presenti, mi hanno restituito un ricordo del mio passato, un’impressione di deja-vù, come se davvero il tempo, dopo essere arrivato alla sua massima tensione, stesse ripiegandosi e scorrendo all’indietro. E’ una bella e strana sensazione, per uno che ha trentatré anni e si avvicina alla propria crocifissione. 
In un mondo ipertecnologizzato, in cui sono i social network a farla da padrone, amministrando amicizie e frequentazioni, la Stanza Segreta si presenta come alternativa anacronistica; dipinti e fotografie, tentativi/tentazioni di installazione, atti performativi ibridi (parlo di quello che ho visto/fatto), lontani dall’algida rappresentazione dell’arte contemporanea, a cercare forse un’idea, un sentimento, una via per dire ciò che si vuol dire attraverso l’estemporanea accademica, dove conta di più la sigaretta di fine allestimento, magari in compagnia di qualcuno che si è appena conosciuto, dove la panca di legno fuori diventa il centro nevralgico di pacate(?) ubriacature e di dichiarazioni d’intenti – insomma, STANZA SEGRETA: OMBRE come proiezione oscura di una realtà che ho vissuto, che non c’è più, ma di cui, come un’ombra appunto, ho trovato una vaga familiarità. 


Mi piace quest’Officina Giovani di Prato, situata in centro città, grande, tappezzata di bellissimi murales, aperta a un pubblico eterogeneo, polo creativo che, a differenza di quel che accade a Cremona, comunica davvero con i suoi giovani, mettendo a disposizione spazi e risorse; certo, forse è un punto di vista parziale, il mio, ma si dice: l’impressione iniziale è quella che conta. Invito le amministrazioni malate e i sedicenti curatori dell’arte a dare un’occhiata a queste realtà invece di professarsi santi e lamentare che gli artisti non ci sono, quando poi fanno di tutto per sminuirli, burocratizzarli, archiviarli, spacciando il tutto per un atto di formazione, ma in definitiva allontanandoli dai centri del potere e alimentando la sfiducia negli uffici preposti alla comunicazione e alla creatività.
OMBRE come l’ombra dell’arte nella penisola oggi.
OMBRE come l’ombra dei soldi che non ci sono, non servono, ma dovrebbero servire, anche per chi fa quello che fa senza la pretesa di guadagnarci sopra.
OMBRE come l’ombra di un futuro che somiglia al passato, si rifugia in esso, perché nel futuro c’è poca speranza.
OMBRE come i protagonisti di questa mostra-evento, a cui sono lieto di essere stato invitato: Alessio Berti, Andrea Malcontenti, Cecilia Calosi, Comitato di Salute Pubblica, David Ferracci, ETA, Federica Pavarelli, Francesco Battaglini, Giacomo Gori, Greta Xella, Ilaria Giolli, Ilaria Innocenti, Letizia Mascagni , Mauro Pellegrini, Rafael Vindigni, Ribbon, Savina Mezzetti e Raffaele Renzo, sperando di incontrarli di nuovo tutti, un giorno, o di vederli nella SPECIE DI SPAZIO, a Cremona.
Grazie ai curatori dell'evento per avermi invitato, loro di sicuro saranno un po' meno ombre, d'ora in poi: Caterina Ribbon Nasini, Federica Pavarelli, Ilaria Innocenti e Alessio Berti.
Ricordo che gli eventi della STANZA SEGRETA continuano fino al 31 marzo, mostra compresa. Per maggiori informazioni potete consultare il blog ufficiale, oppure questo link, e anche questo, in cui trovate citati i nomi dei fotografi, dei videomakers e potete divertirvi ad abbinare un nome a questa o quella faccia. Le foto della Cura come al solito potete trovarle tutte qui, che la collezione non si ferma mai...
DCF



Buona fortuna a tutti. E a chi resiste va una canzone, quella di Vladimir Vysotsky NON E' ANCORA FINITA.



martedì 28 febbraio 2012

LA STANZA SEGRETA E LE SUE OMBRE

Siamo tutti ragazzi con una passione in comune: l' arte.
Che sia per semplice divertimento, o per sbarcare il lunario,

 è quello che ci piace fare. 
O per lo meno quello che ricerchiamo in ciò 
che ci circonda e in ciò che ricreiamo. 
E' per questo nostro amore verso la creatività 
che abbiamo deciso di esporci, ed esporre le nostre opere. 
Non è la fama che ricerchiamo (se poi arriva, ben venga XD), 
ma la soddisfazione di mostrare al mondo ciò che meglio ci riesce fare:
creare.
(filosofia della STANZA SEGRETA) 
Il 4 marzo sarò a Prato, per conoscere un altro spazio, forse della stessa specie del nostro, anche se non ho mai capito a quale specie apparteniamo; questo spazio è la STANZA SEGRETA (ancora una volta, un nome e un cognome dal significato doppio, triplo, e chi più ne ha più ne metta), e non vedo l'ora di conoscerlo, di indagarlo, viverlo. Da un lato perchè è composto da gente cciovane, da quelli che "si avventano sul piacere", direbbe Honoré de Balzac, che parlano una lingua nuova, maneggiano strumenti nuovi, in un mondo nuovo, fra memi ed emoticons, softwares e plugins, ma con le stesse passioni di sempre, dal disegno alla fotografia, dalla musica alla danza; dall'altro lato sono curioso di investigare il modo in cui questo spazio è vissuto e percepito dai cittadini di Prato, annusare le differenze, ammesso che ci siano, fra quella e la città in cui UNA SPECIE DI SPAZIO lavora. Non voglio dilungarmi, scriverò di più in seguito, se sarà. 
Due parole sull'evento a cui parteciperò assieme a delle vecchie conoscenze della nostra associazione, la solita(mente brava) Eleonora Liparoti, la webfanzinara Greta Xella e colei che mi ha invitato a questa cosa, la nana qualunque Ribbon (co-fondatrice della STANZA SEGRETA). Anzi, le parole le prendo in prestito direttamente dagli organizzatori di OMBRE: "A dare corposità al bianco, è sempre il nero. Su questo concetto si basa la nostra nuova esposizione. La protagonista assoluta sarà l'Ombra: che sia fisica, creata da un contrasto di luci, di pieni e di vuoti, o che sia mentale, ovvero specchio di uno stato psicologico o sociale, è su questa perturbante increspatura della vita che quest'anno si concentreranno le attenzioni dei nostri artisti."
Allettante no? Non vedo l'ora di andarci con la Cura del Bianco, e magari mi porto dietro anche la mia Bakemono...
In ogni caso, per maggiori informazioni, andate su
lastanzadelleartisegrete.blogspot.com
se invece cliccate qui trovate il programma dell'evento espositivo e delle sue perfomances, con tutti i partecipanti e gli appuntamenti.
Ossequi e sussieghi.
Ci si vede in piazza dei macelli, a far macello.
DCF

venerdì 17 febbraio 2012

SENZA PESO, MA CON MUSICA DENTRO

Sono stati giorni nevosi, giorni freddi, e il blizzard ha spazzato via dalle strade gli esseri umani, sicchè dentro il nostro spazio strano, che ormai vive di vita propria, che tutti vogliono definire ma che resta indefinibile, che obbedisce solo alle sue regole, che non lo puoi possedere se non lo sai, se non lo conosci di carne e di spirito, gli avventori sono stati pochi...ma buoni, potremmo dire, insieme ai suoi ospiti (cioè che ospitano): Federico Fronterrè, con i suoi scatti muti e rubati alle celebrità stimate; Stefano Scrima, menestrello timido e irriverente, dalla voce brava; e ovviamente io, che dell'indagine di questo luogo sono il Watson, il biografo, ed è un ruolo sofferto e piaciuto. 
Senza peso come il titolo della piccola grande esposizione? Forse, ma ci sono due pesi e due misure, si dice, e talvolta mica si capisce se sia giusto, quindi meglio l'assenza di peso e di misura, meglio restare a guardare, perchè come ha detto qualcuno, le idee sono a prova di proiettile, solo gli uomini trapassano. 
DCF 


P.S.: ovviamente non poteva mancare il consueto report video, stavolta incentrato sulla performance musicale de LINFANTE, in un bianco e nero che mi sembrava ci stesse bene con le foto di Federico, con il ricordo di quel giorno, e che nobilita delle riprese stavolta molto amatoriali, ma il cui senso si capisce, è quello della testimonianza.
Testimonianza che giunge anche dal blog di Sabina Meschisi, una cara amica, che oltre ad applaudire in modo spassoso, rischiando coraggiosamente di versare vino sul nostro pavimento, ci omaggia con immagini e parole.
SENZA PESO continua, fino a data da definirsi, perciò c'è ancora tempo per venire a trovarci, di combattere i propri limiti e i propri preconcetti. Non siamo più a scuola,lo Spazio non è una tesi di maturità, né siamo precettati dal mondo del lavoro, lo Spazio non è un business, perciò ogni libertà è ancora nostra. Invece di trovare motivo di giudicare,  pensate all'ebbrezza del fatalismo: produce attimi irripetibili.

mercoledì 8 febbraio 2012

TOGLIAMOCI UN PESO...


LACURA, il primo evento curato da UNA SPECIE DI SPAZIO per raccogliere donazioni al fine di sostenere l’associazione, si è concluso positivamente e negativamente allo stesso tempo. Negativamente perché le donazioni raccolte non sono state molte, ancora una volta è stato difficile instillare nel pubblico la percezione di crisi che colpisce anche una realtà piccola come la nostra, che non pensa al denaro, non vende arte ma che, come ogni situazione creativa e culturale, necessita di sostegno al pari di tante altre iniziative che operano sul territorio cremonese (e non); positivamente perché ho potuto constatare una partecipazione attiva all’idea performativa, rituale, della “cura del bianco”, che ha permesso a questa piccola esposizione fotografica di ritratti di diventare qualcosa di più: parecchi infatti sono entrati a far parte della mia serie di scatti, alcuni sono venuti apposta per farsi imbiancare il viso e assistere al processo di trasformazione digitale, dimostrando che lo spazio in Piazza Roma 36 a Cremona è un luogo dove si può vivere l’accadimento dell’atto creativo, si può esserne parte. Si consolida anche il rapporto con le scuole, soprattutto con gli studenti del liceo artistico, che ci permette di fare conoscere quello che facciamo laddove ancora non siamo arrivati (fallimento della promozione? pigrizia congenita del cittadino medio? la sterilità intellettuale del moto a luogo che ha ridotto la città a una serie di centri nevralgici della mondanità, distruggendo la capacità di scoprire altri luoghi, altre realtà?). 


UNA SPECIE DI SPAZIO cresce, si alimenta delle esperienze umane che lo popolano, è uno specchio dei bisogni dell’altro, ma che dall’altro sa staccarsi, perché vive di un’identità propria, di concetti personali, rifugge le mode e gli atteggiamenti modaioli. Per questo, dopo una mostra/performance che in realtà è stata un gioco, un gesto necessario per me che ho volentieri condotto questo rito ludico dentro un luogo che da più di un anno ospita pensieri e fatti di vita, è la volta di Federico Fronterrè per mettersi in scena, con le sue foto di concerti, scatti rubati alle performance di cantanti e gruppi famosi e meno famosi, nel tentativo di raccogliere fondi, certo, ma anche di enunciare una passione, sottoponendola alla critica tecnica e di pubblico, ma scrollandosi di dosso il peso di dovere fare arte per forza.
UNA SPECIE DI SPAZIO è luogo di scorie dell’animo, la risultante di un incontro di fattori, che passano dai bisogni, dalle idiosincrasie, dalle speranze di chi lo abita e se ne prende cura, per scontrarsi con la visione, per forza parziale, di chi all’esterno accede al suo interno. Dentro UNA SPECIE DI SPAZIO c’è arte, se si vuole, c’è passione, c’è cultura, c’è ingenuità, c’è il social network e la caverna delle ombre, c’è tutto quello che potrebbe essere e c’è anche la frustrazione dell’impossibile, di sicuro c’è un pezzo di vita dedicata.
SENZA PESO (questo il titolo dell'esposizione, mutuato dai Marlene Kuntz) comincia sabato 11 febbraio alle 18.00, e si protrae per tre settimane. All’inaugurazione ci sarà anche Stefano Scrima (cantante dei Sydrojè, Linfante, Il Re dei Boschi) che aggiunge la voce alle fotografie mute di Federico.
LACURA invece si sposta a Prato, si gemella con un altro spazio, la STANZA SEGRETA, e con il suo evento OMBRE (per info cliccate qui).
 DCF



Alcuni degli artisti ritratti da Federico Fronterrè...gli altri venite a vederli nella Specie di Spazio!

domenica 5 febbraio 2012

PIU' BIANCO

I giornalisti sono tremendi
...

E' ormai prossimo, prossimissimo, l'epilogo de LACURA (in quanto mostra fotografica, perchè l'atto/collezione/gioco/rito non finisce certo qui),  perciò è bello vedere che qualcuno ci sostiene fino all'ultimo, come alcuni giornalisti (che non sono affatto tremendi, al contrario della citazione in testa al post). Grazie anche a Stefania, ormai una "collaboratrice spietata", che ci sostiene con la fermezza del giusto.
L'esito del tutto a brevissimo.
 DCF

venerdì 27 gennaio 2012

LACURA: il video

Anche stavolta il report video di quanto avvenuto nello Spazio lo scorso 21 gennaio. E poichè non voglio dilungarmi troppo su una cosa mia che affonda il suo bisogno nella parentesi liberatoria che mi ha dato mentre ero, c'ero, e il cui senso più profondo sta in un'estate calda, mille anni luce lontana da qui e che resta nelle crepe del volto, allora dico, allora, meglio che siano le immagini a parlare. Se poi si vuole qualcosa di più, qui e qui c'è l'intera serie fotografica su flickr, e su questo stesso blog altri momenti in cui ho parlato della Cura (o de Lacura, come preferite, ma inventatevi l'accento).

P.S.: come sempre grazie ad Andrea Riboni per il supporto tecnico e oltre; grazie a Federico Fronterrè (troppe e troppo strane le ragioni per enuclearle ora), Stefania Mattioli per il continuo sostegno promozionale, e grazie ovviamente a tutti coloro che si sono fatti curare e che hanno dato un senso ancora più grande a questo gioco, vorrei nominarli tutti, ma so che è un elenco che non si esaurirebbe qui, perchè su queste mani il bianco si poserà per accarezzare altri volti, altri mondi, altri momenti che il tempo fermerà nella memoria.

DCF

lunedì 23 gennaio 2012

venerdì 13 gennaio 2012

martedì 29 novembre 2011

MESSAGGI PROMOZIONALI: THERE' S SOMETHING IN THE MIST...


Su questo blog circolano spesso notizie prettamente inerenti a quello che facciamo noi della SPECIE DI SPAZIO, ma talvolta ci ficco dentro cose che riguardano lo spazio perecchiano (nel senso di Georges Perec) un po' alla lontana. La ragione è che sono un pessimo blogger, non passo la mia vita a postare testi o ad uploadare foto e video (oltre che ad upgradare sempre di più la mia conoscenza del linguaggio della Rete); questo anche perchè i miei interessi sono molteplici, lo zapping spasmodico e i guadagni e gli stimoli intellettuali troppo frequenti; perciò, almeno qui, non posso darmi corpo e mente alla teoria dei sei gradi di separazione (l'ipotesi secondo cui qualunque persona può essere collegata a qualunque altra persona [o cosa] attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari), bensì devo ridurre questi gradi a due o tre. Premessa un po' forzata per parlare di tre cose che mi stanno a cuore. E anche se il titolo del post promette messaggi promozionali, lo scopo non è solo questo. C'è dietro anche un ringraziamento, un modo di attestare un sentire comune che approvo, che mi convince che la strada del fare sia la formula migliore per uscire dalla situazione culturale-sociale-economica che stiamo vivendo. Ok, forse possiamo togliere la situazione economica, sostituiamola con quella affettiva. Sì, perchè c'entra.
"There's something in the mist!", urlava uno dei personaggi di un bel film di mostri di Frank Darabont. Io intendo i mostri come qualcosa di utile, la risposta a una domanda, più che la domanda stessa. Perciò le persone di cui parlo sono, come spero lo sia quello che facciamo io e Federico Fronterrè, una risposta a qualcosa: a qualcosa che manca, a qualcosa che forse c'è già ma è giusto rifarlo, a qualcosa che la nebbia padana intrufolatasi ormai nelle teste di molti italiani non può nascondere. Lì, nella nebbia, ci sono mostri. Eccoli.


 Abbiamo già parlato qui di HASHFANZINE, ma non mi sono dilungato molto, nè lo farò ora, perchè su questa webzine geniale c'è poco da dire e molto da leggere. Però c'è da dire. Capito?
HF è uno di quei prodotti che si possono chiamare operazione artistica in virtù della passione che vi soggiace. Se non fossi uno squattrinato radicale, è esattamente quel tipo di webzine che pubblicherei subito, perchè leggerla sullo schermo esige la potenza dell'olfatto, tanto è il bisogno di avvicinare il naso alle sue pagine virtuali per sentire l'odore di inchiostro fresco. HF è stato creato da Greta Xella perchè "è ciò che non poteva non nascere quando si ha una patologica dipendenza dalle cose belle, che siano le proprie o quelle altrui: volevamo collezionarle e volevamo che il contenitore avesse una sua faccia e divenisse una creatura a sé". Più chiaro di così si muore. Ma non è solo questo, perchè, con la collaborazione attiva e stacanovista di Eleonora ETA Liparoti e Caterina Ribbon Nasini, rispettivamente la donna dei pesci volanti e la nana qualunque, la webzine raggiunge vette di eccellenza (e parliamo di un prodotto 'amatoriale', ricordiamolo). Sotto la capace curatela di Greta, l'entusiasmo redazionale di Eta e la grafica accattivante di Ribbon, HASHFANZINE è un'alternativa alle solite gallery, ai tumblr, ai siti stilizzati e privi di cuore che imperversano oggi, e restituisce un ritratto spontaneo, simpatico e onesto degli artisti che propone. Artisti che parlano di artisti, that's all folks! 



A questo link potete scaricare la loro ultima uscita (ci siamo io, l'ormai onnipresente Skeletro379, quell'altra star di Totemica, Greta-Eta-Ribbon stesse, Magdalena Wolan e altre celebrità internazionali), ma scaricatevi anche gli altri numeri, assolutamente. Conoscete queste ragazze come ho avuto il piacere di fare io: ne vale la pena. E forse qualcuno le ha davvero già conosciute, magari alla fiera del fumetto di Lucca, dove distribuivano buste di HF, con dentro il manifesto programmatico del loro trito cosciente, le loro cartoline e un pezzo del loro cuore...


E poichè prima si parlava di gradi di separazione, sempre dalla fiera del fumetto di  Lucca è arrivata ILLUSTRATI, rivista dichiaratamente dedicata all'illustrazione, per chi non l'avesse ancora capito, che tanto ci piace da esserne dovuti diventare per forza fornitori ufficiali. Così adesso la prestigiosa LOGOS EDIZIONI ce la spedisce per la gioia di tutti quegli appassionati che non potevano fino ad oggi reperirla a Cremona come negli immediati dintorni. Una rivista che, nell'ultimo numero (quello che la nostra amica Maria legge nella foto) ospita alcune vecchie conoscenze della SPECIE DI SPAZIO, Marina Brunetti e - sì, sì, ancora lui - Renato Skeletro379 Florindi (alla faccia dei gradi di separazione!). ILLUSTRATI è completamente  in omaggio, stampato davvero bene e in un formato che, complice l'assenza di punti metallici, lo rende perfetto per tappezzare la propria stanza di immagini senza doverle ritagliare o fare a pezzi come pitecantropi disattenti. Inutile dire quanto io sia felice di questa collaborazione, che trasforma una rete troppo spesso confinata nei territori virtuali del web per ricordarsi che c'è anche un mondo fisico di cui doversi occupare...
Ringrazio Lina Vergara della casa editrice Logos per averci mandato ILLUSTRATI e  Federica Ganassi per aver gestito squisitamente le questioni di spedizione. La rivista, per chi non fosse in grado di reperirla neppure da noi alla SPECIE DI SPAZIO, è comunque scaricabile dal sito sopra linkato,  mentre qui potete trovare la pagina facebook.

 

Last but not least, un grande ringraziamento a Davide Lyncio (al secolo, Giuseppe Perrucca, che si è scelto un alias fantastico) e al regista emergente Alessandro Sala (al secolo, Alessandro Sala), non solo per avere pubblicizzato il nostro ultimo evento, MATRIOSKATTIVA, sul loro sito, ma anche perchè si sono presi la briga di intervistarmi per parlare di me e dello spazio che io e Federico gestiamo. Non è per vanità che ringrazio Lyncio, che ho conosciuto a Torino in occasione di YoUnG WoOd (giuro, basta gradi di separazione, tra poco ci vorranno gli avvocati divorzisti), ma perchè mi ha permesso di parlare con totale libertà, parlando come mangio, quasi fosse una chiacchierata fra amici (non nel senso di facebook, please). Questo mi piace in una persona, nelle persone, un pensiero franco e senza peli sulla lingua, unito ad una fame che poi da' vita a siti come OWLS KILL PIGS, dove si parla di quello che c'è e si fa in giro (arte, musica, realtà emergenti, quelle cose lì, no?) ed in cui è bello esserci. 
L'intervista la trovate qui, per chi volesse leggerla. Tengo a precisare che sono opinioni mie e sono, ovviamente, inopinabili. In ogni caso ne sono responsabile, e pure Lyncio, che la colpa è sua, in effetti. Grazie Lyncio.


Ora mi fermo, quello che volevo dire l'ho detto, e ne sono ben lieto. Ci si ritrova per l'epilogo di MATRIOSKATTIVA e un bilancio di fine anno. E ricordate: there's something in the mist...

David Chance Fragale

domenica 27 novembre 2011

MATRIOSKATTIVA: L'INAUGURAZIONE



Più di 50 matrioske, personalizzate da amici e studenti di Brera, distribuite fra mensole e supporti vari, e una cornice di illustrazioni per saturare al meglio lo spazio, a creare una mostra, un'installazione, un bazaar, un'idea. L'idea di un progetto che nasce all'insegna della solidarietà e non deve consumarsi mai e poi mai in un fallimento...
Una Specie di Spazio ospita MATRIOSKATTIVA per raccogliere fondi destinati ai bambini di Cêrnobyl, ricordiamolo. Abbiamo già venduto qualche pezzo, ma non vogliamo fermarci qui, vogliamo che le matrioskattive viaggino, e che viaggi con esse il messaggio che non devo essere io, qui, a ripetere, un messaggio che Pier Luigi Buglioni ha saputo precedentemente esporre al meglio: "un gesto d’amore, originale e trasparente." Un gesto d'amore che si può esprimere anche solo venendo a dare un'occhiata - oppure parlatene, o adottate il progetto, o fatene uno tutto nuovo, quello che volete, anche così si contribuisce al successo di questa operazione.
Solo l'indifferenza uccide due volte.
E io non posso essere certo indifferente nei confronti di coloro che sono giunti da Milano a testimoniare l'inaugurazione di MATRIOSKATTIVA a Cremona, fra cui ricordo Raffaella Menchetti, co-curatrice del progetto, e poi tutti gli artisti di Una Specie di Spazio che hanno aderito "illustrando" il loro concetto di matrioska; grazie anche a chi, come al solito, ha dato una mano per documentare la serata (Marina Brunetti e Andrea Riboni), a Stefania Mattioli che ci aiuta con le cose dell'ultimo momento; grazie a chi ha fatto promozione attraverso l'adozione di una matrioskattiva da esporre in vetrina (mi riferisco ai negozi Mon Petit e Cleofe) e a chi parla di noi sul suo blog (mi vengono in mente Sabina Bianconiglio Meschisi, Eta che dorme sui pesci volanti, Greta Xella, Roberta Sacchi e Michele Ginevra). E grazie a tutti quelli che non ho ringraziato, ma ci sono di sicuro.
Dunque: mi aspetto più gente, mi aspetto che vengano a trovarci ancora più autori dei pezzi esposti, mi aspetto che altri vogliano dare asilo alla Matrioskattiva, che si possa comprendere che la creatività è polivalente, e in questo caso vale non solo per gli artisti, ma vale soprattutto per i bambini che a Cêrnobyl forse non sanno neppure che tutto questo viene fatto per loro...
Per ragioni di spazio, preferisco lasciare che parlino le immagini, sottolineando che TUTTE le matrioskattive sono visibili su questo flickr, mentre qui trovate altre foto della serata.
DCF




foto scattate da Andrea Riboni durante l'inaugurazione
 
Le illustrazioni di Matrioskattiva