mercoledì 8 febbraio 2012

TOGLIAMOCI UN PESO...


LACURA, il primo evento curato da UNA SPECIE DI SPAZIO per raccogliere donazioni al fine di sostenere l’associazione, si è concluso positivamente e negativamente allo stesso tempo. Negativamente perché le donazioni raccolte non sono state molte, ancora una volta è stato difficile instillare nel pubblico la percezione di crisi che colpisce anche una realtà piccola come la nostra, che non pensa al denaro, non vende arte ma che, come ogni situazione creativa e culturale, necessita di sostegno al pari di tante altre iniziative che operano sul territorio cremonese (e non); positivamente perché ho potuto constatare una partecipazione attiva all’idea performativa, rituale, della “cura del bianco”, che ha permesso a questa piccola esposizione fotografica di ritratti di diventare qualcosa di più: parecchi infatti sono entrati a far parte della mia serie di scatti, alcuni sono venuti apposta per farsi imbiancare il viso e assistere al processo di trasformazione digitale, dimostrando che lo spazio in Piazza Roma 36 a Cremona è un luogo dove si può vivere l’accadimento dell’atto creativo, si può esserne parte. Si consolida anche il rapporto con le scuole, soprattutto con gli studenti del liceo artistico, che ci permette di fare conoscere quello che facciamo laddove ancora non siamo arrivati (fallimento della promozione? pigrizia congenita del cittadino medio? la sterilità intellettuale del moto a luogo che ha ridotto la città a una serie di centri nevralgici della mondanità, distruggendo la capacità di scoprire altri luoghi, altre realtà?). 


UNA SPECIE DI SPAZIO cresce, si alimenta delle esperienze umane che lo popolano, è uno specchio dei bisogni dell’altro, ma che dall’altro sa staccarsi, perché vive di un’identità propria, di concetti personali, rifugge le mode e gli atteggiamenti modaioli. Per questo, dopo una mostra/performance che in realtà è stata un gioco, un gesto necessario per me che ho volentieri condotto questo rito ludico dentro un luogo che da più di un anno ospita pensieri e fatti di vita, è la volta di Federico Fronterrè per mettersi in scena, con le sue foto di concerti, scatti rubati alle performance di cantanti e gruppi famosi e meno famosi, nel tentativo di raccogliere fondi, certo, ma anche di enunciare una passione, sottoponendola alla critica tecnica e di pubblico, ma scrollandosi di dosso il peso di dovere fare arte per forza.
UNA SPECIE DI SPAZIO è luogo di scorie dell’animo, la risultante di un incontro di fattori, che passano dai bisogni, dalle idiosincrasie, dalle speranze di chi lo abita e se ne prende cura, per scontrarsi con la visione, per forza parziale, di chi all’esterno accede al suo interno. Dentro UNA SPECIE DI SPAZIO c’è arte, se si vuole, c’è passione, c’è cultura, c’è ingenuità, c’è il social network e la caverna delle ombre, c’è tutto quello che potrebbe essere e c’è anche la frustrazione dell’impossibile, di sicuro c’è un pezzo di vita dedicata.
SENZA PESO (questo il titolo dell'esposizione, mutuato dai Marlene Kuntz) comincia sabato 11 febbraio alle 18.00, e si protrae per tre settimane. All’inaugurazione ci sarà anche Stefano Scrima (cantante dei Sydrojè, Linfante, Il Re dei Boschi) che aggiunge la voce alle fotografie mute di Federico.
LACURA invece si sposta a Prato, si gemella con un altro spazio, la STANZA SEGRETA, e con il suo evento OMBRE (per info cliccate qui).
 DCF



Alcuni degli artisti ritratti da Federico Fronterrè...gli altri venite a vederli nella Specie di Spazio!

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