venerdì 29 aprile 2011

GABBIA residenza creativa di Eleonora Eta Liparoti

Eta studia Media Design e Arti Multimediali: in una parola, si sta concentrando in prima istanza sul video, ma le ribollenti anime di illustratrice, fumettista, scrittrice, fotografa (e altro!) non sono mai sopite, anzi, costantemente alimentate. Uno scatto vale uno schizzo, un fluviale post sul blog personale vale una delle surreali ed esilaranti vignette. Distratta in senso etimologico, Eta è, giorno e notte, strattonata qua e là dai mille interessi, dagli stimoli che raccoglie senza soluzione di continuità, dai progetti nei quali si butta a capofitto, in un’eterna guerra di trincea contro il Tempo, sempre troppo poco per chi tiene viva la fiamma di tante, innumerevoli, aspirazioni.
Carmine Caletti



Ho deciso di creare, quindi, un nuovo rito: un rito per naufraghi. Un rito senza dogmi, un’operazione scientifica senza verità razionaliste – voglio creare un gioco (come diceva Munari, i giochi sono cose serissime).
Pare che abracadabra possa significare io creerò come parlo.
 
Se pronunciamo qualcosa, questa acquisterà un nuovo piano di realtà.
Se attribuiamo un ruolo alle cose, queste lo avranno.
È in questo modo che io vi faccio la mia proposta: giochiamo a fare un rito.
Non posso più credere che abbia senso fare un rito, ma se giochiamo a crederci tutti, ecco che improvvisamente sarà un rito vero.

Eleonora Eta Liparoti

giovedì 28 aprile 2011

LA MENSA SULL'ABISSO SI AVVICINA...


La nostra vita è un lavoro complesso su noi stessi, un percorso costante alla scoperta di noi e del modo migliore per vivere con gli altri. Il mondo che ci circonda è li, fermo, immanente, immobile; non è bello, non è brutto, è semplicemente un punto. Una superficie piana su cui proiettiamo i nostri mostri, gli incubi, le miserie, ma anche la meraviglia, l'oro, la bellezza.
Ho quest'immagine ora: una tela sporca di lacrime. Se questa viene mostrata per la necessità di condividere, senza egoismo ma nella speranza che qualcuno guardandola possa esserne commosso ed alleviare anche un po' del suo dolore, allora questa cosa potrebbe essere chiamata arte.
Nonostante sia difficile da definire, ne sono certa: l'arte è salvezza. 
Le forme, la musica e la bellezza ci salvano dal vuoto quotidiano e dalla sensazione esasperante del "tutto-senza-un-senso".
Attenzione, siamo noi, creature dotate di un'immensa gamma di emozioni, a dare un senso alle cose, non sono queste ad avere un senso intrinseco. Ciò che ha avuto un senso per noi lo può avere anche per altri, tutto dipende dall'onestà con cui offriamo le nostre creazioni.
Ovviamente è semplice scrivere o parlare di qualcosa. Le cose che ho scritto le penso ma quando davvero bisogna buttarsi in un lavoro arrivano mille mostri ad assalirmi. Ma questo è un'altro discorso...



prove di scena prima della residenza creativa...
MENSA SULL’ABISSO di Eta
È dura buttarsi in qualcosa che crea dentro di te il contrasto.
Eta mi ha chiesto di partecipare alla performance perchè aveva bisogno del mio contributo, come degli altri che parteciperanno.
Aveva bisogno che compissi il mio ruolo anche lì, per dare forma a ciò che voleva dire.
Ad Eleonora tiro fuori, le faccio vomitare il marcio che ha dentro per mostrarle quanto, in fondo, può essere semplice l'esistenza, se lo vogliamo... Se troviamo il modo di semplificare il pane.
Provare dolore è inevitabile, ma anche necessario.
Eta vuole mostrare quanto sia inevitabile soffrire e far soffrire, anche se non lo vogliamo; in qualche modo provocheremo dolore a chi ci è vicino, e intorno a lei io e le altre ancelle espliciteremo insieme a lei questo messaggio ma, credo, ognuna in modo diverso.
Io, pur nella consapevolezza di quanto siano inevitabili il dolore e il vuoto umano, so fermamente che la natura muore, uccide e decade per dare spazio a qualcos'altro, per fare vivere e sbocciare, perché da una distruzione può nascere la creazione.
Ovviamente durante la performance non potrò esternare completamente questo messaggio, ma cercherò di vivere il mio ruolo, nella ferma consapevolezza di ciò. 


 Alessia Degani

giovedì 21 aprile 2011

I PARKART DAY 2011 A CREMA

E mentre Haselwurm muove i suoi primi passi tra concorsi e promozioni via web, intanto che fervono gli ultimi preparativi per Eta e il suo evento in Galleria del Corso 36, e una miriade di progetti si contorcono nel brodo primordiale che ho al posto del cervello cercando di acquisire una forma specifica - in tutto questo marasma emotivo/intellettuale, dicevo, trovo un momento per partecipare all'I Parkart Day di Crema, realizzata in concomitanza con un fracco di altri paesi d'Italia e di tutta l'Europa il 16 di questo mese. Per maggiori informazioni su che cosa sia la parkart vi rimando a questo sito, ma in sostanza si può farla breve dicendo che aderire alla parkart significa fregare i parcheggi a pagamento alle automobili, sfruttando il cavillo tecnico che, se ti paghi il parcheggio, quel posto è tuo pure se non ci metti la vettura. Non che la cosa non generi discussioni, e infatti lo scorso anno sempre a Crema ci furono alcuni problemini con la polizia (ma che guerrilla creativa sarebbe, altrimenti?), mentre quest'anno tutto è andato per il meglio, e anche la cittadinanza non ha espresso particolare fastidio. Partecipo a questi eventi per due motivi: il primo, sostenere chiunque abbia una buona idea, e quindi ammetto di non riuscire proprio ad evitare di dare una mano (sperando poi in una birra offerta come contropartita);  secondo, perchè il concetto di conquista spaziale che la parkart annette incontra i miei gusti in merito a un bisogno sempre crescente di riportare l'arte o comunque la creatività nelle strade - basti pensare all'evoluzione relativamente recente della street-art (il nome Banksy dice nulla?)
Certo poi non tutto quello che si vede per strada funziona, e ammetto che alla parkart di Crema c'erano cose che mi hanno fatto storcere il naso - ma non è quello il punto, partecipare alla parkart è una dichiarazione di intenti, non un vero e proprio tentativo di mettersi in mostra, e forse si apparenta di più alla messa in scena degli artisti di strada della Rambla di Barcellona che alla mera esposizione di opere e operette stile fiera di paese. Tra le cose, ho apprezzato di sicuro l'operazione di Stino, che ha costruito un pupazzo di plastica poi coperto da un lenzuolo, rimando alla morte dell'attivista scrittore Vittorio Arrigoni, avvenuta a Gaza proprio il giorno prima della parkart, ma anche  il teatrino di Artshot e le macchinine di Marina Brunetti (che ringrazio per avermi fornito le foto della giornata), dal respiro sicuramente più  ironico e anti-artistico, la qual cosa incontra tutta la mia ammirazione. E difatti anche io ho partecipato in modo del tutto ludico, proponendo il mio costume-burattino BAKEMONO, creatura fuggita dal Giappone dopo i recenti disastri sismico-nucleari, che indosso e muovo, danzo e fluttuo. Una cosa che non faccio spesso, perchè la mia performatività si esibisce in contesti differenti da quello artistico, ma ogni tanto mi piace, senza nessuna pretesa, mettermi in gioco. Ecco, Parkart consente anche questo.

DCF
  
Ah, con me c'era pure Eta, che a Crema ha portato solo (?) il suo istrionico modus vivendi e i suoi occhi gitani che ridefiniscono il mondo, e non solo mi ha fatto compagnia mentre mi esibivo, ma mi ha anche ritratto sul suo carnet di viaggio. La Bakemono è doppiamente contenta.


mercoledì 13 aprile 2011

HASELWURM!

In attesa di riaprire i battenti della specie di spazio con la residenza d'artista di Eleonora Liparoti, un'informazione di servizio. Io, Eugenio Villani, Federico Fronterrè e tanti altri abbiamo alla fine ultimato il cortometraggio Haselwurm, un progetto che ci ha tenuti occupati per almeno un anno, un esperimento narrativo di cui siamo molto fieri, malgrado le difficoltà tecniche e la difficile collocabilità del prodotto nel panorama nostrano. Anche Haselwurm è infatti alla ricerca di spazi di visibilità, come molti degli audiovisivi di breve durata che raramente godono di promozione nel Tuttora in cui viviamo.
Per i dettagli tecnici vi rimando al sito ufficiale, ancora in fase di trasformazione e rifinitura, mentre qui sotto potete vedere il cortometraggio embeddato direttamente da Vimeo!


Haselwurm from haslwrm production on Vimeo.

Credits:
story and screenplay by David C. Fragale
produced and directed by Eugenio Villani
director of photograpy  Carlo David Mauri
camera department Federico Fronterrè, Carlo Mauri, Andrea Riboni
steadyman  Carlo Mauri
postproduction  Federico Fronterrè
visual effects  Emiliano Guarneri, Tullio Zanibelli
creature design and effects by Maresca Gambino, Mauro Maruca, David C. Fragale, Eugenio villani
edited by  David C. Fragale, Eugenio Villani
sound mix  Marco Connelli
original soundtrack by Maresca Gambino