giovedì 21 aprile 2011

I PARKART DAY 2011 A CREMA

E mentre Haselwurm muove i suoi primi passi tra concorsi e promozioni via web, intanto che fervono gli ultimi preparativi per Eta e il suo evento in Galleria del Corso 36, e una miriade di progetti si contorcono nel brodo primordiale che ho al posto del cervello cercando di acquisire una forma specifica - in tutto questo marasma emotivo/intellettuale, dicevo, trovo un momento per partecipare all'I Parkart Day di Crema, realizzata in concomitanza con un fracco di altri paesi d'Italia e di tutta l'Europa il 16 di questo mese. Per maggiori informazioni su che cosa sia la parkart vi rimando a questo sito, ma in sostanza si può farla breve dicendo che aderire alla parkart significa fregare i parcheggi a pagamento alle automobili, sfruttando il cavillo tecnico che, se ti paghi il parcheggio, quel posto è tuo pure se non ci metti la vettura. Non che la cosa non generi discussioni, e infatti lo scorso anno sempre a Crema ci furono alcuni problemini con la polizia (ma che guerrilla creativa sarebbe, altrimenti?), mentre quest'anno tutto è andato per il meglio, e anche la cittadinanza non ha espresso particolare fastidio. Partecipo a questi eventi per due motivi: il primo, sostenere chiunque abbia una buona idea, e quindi ammetto di non riuscire proprio ad evitare di dare una mano (sperando poi in una birra offerta come contropartita);  secondo, perchè il concetto di conquista spaziale che la parkart annette incontra i miei gusti in merito a un bisogno sempre crescente di riportare l'arte o comunque la creatività nelle strade - basti pensare all'evoluzione relativamente recente della street-art (il nome Banksy dice nulla?)
Certo poi non tutto quello che si vede per strada funziona, e ammetto che alla parkart di Crema c'erano cose che mi hanno fatto storcere il naso - ma non è quello il punto, partecipare alla parkart è una dichiarazione di intenti, non un vero e proprio tentativo di mettersi in mostra, e forse si apparenta di più alla messa in scena degli artisti di strada della Rambla di Barcellona che alla mera esposizione di opere e operette stile fiera di paese. Tra le cose, ho apprezzato di sicuro l'operazione di Stino, che ha costruito un pupazzo di plastica poi coperto da un lenzuolo, rimando alla morte dell'attivista scrittore Vittorio Arrigoni, avvenuta a Gaza proprio il giorno prima della parkart, ma anche  il teatrino di Artshot e le macchinine di Marina Brunetti (che ringrazio per avermi fornito le foto della giornata), dal respiro sicuramente più  ironico e anti-artistico, la qual cosa incontra tutta la mia ammirazione. E difatti anche io ho partecipato in modo del tutto ludico, proponendo il mio costume-burattino BAKEMONO, creatura fuggita dal Giappone dopo i recenti disastri sismico-nucleari, che indosso e muovo, danzo e fluttuo. Una cosa che non faccio spesso, perchè la mia performatività si esibisce in contesti differenti da quello artistico, ma ogni tanto mi piace, senza nessuna pretesa, mettermi in gioco. Ecco, Parkart consente anche questo.

DCF
  
Ah, con me c'era pure Eta, che a Crema ha portato solo (?) il suo istrionico modus vivendi e i suoi occhi gitani che ridefiniscono il mondo, e non solo mi ha fatto compagnia mentre mi esibivo, ma mi ha anche ritratto sul suo carnet di viaggio. La Bakemono è doppiamente contenta.


1 commento:

  1. Bakemono non viene dal Giappone, viene direttamente da Mente.

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