mercoledì 31 luglio 2013

COME LA METTIAMO CON LA PENA ETERNA? BASTA IL SILENZIO

No, non si parla della pena del caldo, comunque torrido, comunque snervante, nè dell'ansia che ti prende quando sai di non avere uno straccio di quattrino e sei un over thirty con scarse probabilità di vedere sia la pensione che la vecchiaia stessa. Eppure sì, in questo titolo che "a caso" ci ha offerto una serata di letture del sommo Dino Buzzati, io e Sonia Secchi, promotori dell'evento, abbiamo risposto con il silenzio. Silenzio sulle cose umane e troppo pressanti, ma molto suono, musica, e movimento, e poesia, in quella specie di spazio che è PIKIDI ARTE, di cui ho già parlato qui. Una serata condivisa con l'artista Massimo Geranio e il suo AVENEMOSUM, che a rigore compare nel video che racconta la serata, perchè di sinergia si parla, e di un progetto comune, o meglio di una sperimentazione comune, quella di fare lettura, di leggere, di dire, fra lo studio coreografico e l'estemporaneità totale. In quanti e quali modi può viaggiare un testo nell'ipertesto?

 
COME LA METTIAMO CON LA PENA ETERNA? BASTA IL SILENZIO.
Sonia Secchi, Tamara Fragale e Loris Lari indagano l'esperimento del reading attraverso i mezzi dell'esibizione multimediale, cercando ritmo e confronto nell'ipnotica messa in scena di una "situazione" dove la figura umana sposa le parole e la melodia. Ogni cosa trae spunto dalla realtà temuta e odiata, ma anche dall'ignoto che ci circonda, ci confonde, ci racconta cose che fatichiamo a comprendere. Ogni cosa è un fatto vero.
Flavio Aster Bissolati "gioca" con il testo, lo reinterpreta, lo pluralizza, lo dissolve, fra recita e manipolazione della voce, citando gli esercizi di stile di Raymond Queneau ma prendendo una strada tutta sua, che ho trovato esilarante.
Io ho rifiutato la lettura estemporanea e mi sono affidato alla preregistrazione e alla stampa fatta in casa, alla voce e alle illustrazioni di amici per raccontare le mie favole - e un grazie particolare va a Massimo Geranio per avere letto il mio Mostro senza nessuna anticipazione di sorta, e narrato così come è stato letto, per la prima volta.
E come questa prima volta, Sonia, Flavio, mia sorella e altri continueremo questa indagine della lettura negli spazi e fra gli spazi, cercando i silenzi che annullano, per un momento, quella pena tanto eterna.

David Chance Fragale

Sonia Secchi, con cui ho organizzato la serata contro la pena eterna, e di cui ho curato il trucco (e ne sono assai soddisfatto)

Flavio Aster Bissolati e il sottoscritto; in questo momento dell'esposizione del suo breve racconto UNGHIE, Flavio sperimentava la lettura con palato ricolmo di marmellata...
Tamara Fragale, mia sorella, che ha danzato per Massimo Geranio e Sonia Secchi, ma in fondo un pò per tutti...

Loris Leo Lari ha accompagnato la lettura di Sonia e la danza di Tamara

Massimo Geranio legge una poesia su un'improbabile sfondo

Ancora Tamara
E a seguire il video, un sunto alquanto esaustivo, che dura sedici minuti malgrado abbia dovuto "alleggerirlo" un bel pò, girato da Federico Fronterrè e montato dal sottoscritto nei giorni del caldo torrido. Mi scuso quindi per le inavvertenze tecniche e buona visione!

martedì 2 luglio 2013

IL NOSTRO LOGO: una specie di anniversario

 La Specie di Spazio, almeno per quel che riguarda la sede, è in chiusura, ne abbiamo già parlato qui. Vabbè, potrei dilungarmi all'infinito su questo argomento, e in effetti ce ne sarebbe bisogno, ma forse converrà farlo a tappe, in situazioni contingenti che mi permettano di fare paralleli, sollevare interrogativi e dare possibili risposte. O forse non ne parlerò mai più e questo blog diventerà solo più strano e dispersivo, non lo so. 
Oggi, mi andava di rendere omaggio a quello che a tuttoggi è il nostro marchio di maggiore successo, ossia il nostro logo, che io in primis mi sono divertito a modificare volta per volta, qualòra si presentasse una celebrazione, uno stato climatico, un pensiero ossessivo, proprio come i google doodles, a partire da quel personaggino tanto simpatico che ritrovai in una cartella di lavori di Alice Seghetti. E infatti proprio a lei, dopo la sua esposizione nello Spazio, affidai il compito di trovarci un logo, fondamentale per il social network; e lei prontamente mi fornì diverse soluzioni interessanti, ma per qualche motivo nessuna mi sembrava andasse bene. Volevo qualcosa in linea coi tempi, che potesse giocare con lo spettatore, che ironizzasse sulla nostra missione, volevo un meme. E così scelsi il logo che vedete più in alto. 
Poi altri autori, conosciuti e sconosciuti, ma tutti volenterosi, ci hanno omaggiato delle loro interpretazioni del logo di Alice. Sono una più bella dell'altra e spero di averle ricordate tutte nelle piccole animazioni più in basso. Così come spero di non dimenticare nessuno nell'elenco che segue, un elenco che non può essere esaustivo dato che altri di questi omaggi arriveranno e io non vedo l'ora. Perchè è proprio in questo character che risiede la poliedricità dell'associazione, dell'idea al suo interno, e la sua capacità di manifestare l'animo di chi se ne prende cura.
DCF









Il logo rivisto dai nostri autori: Sonia Aloi, Eloisa Alquati, Sarah Bonvicini, Anna Cigoli, Renato e Simona Florindi, Anna Mabizanetti, Sabina Meschisi, Mina Murray e Roberta Sacchi. Grazie a tutti.
E qui il logo psichedelico di Eleonora Liparoti detta Eta, un'ideale fuga dal piano fisico per accedere a tutti gli spazi superiori...grazie anche a te, nel tuo chissaltroquandove.