giovedì 29 settembre 2011

UNA SPECIE DI SPAZIO E VANITAS' MARKET

Fervono i preparativi per l'atteso evento in Galleria XXV Aprile l'8 e 9 ottobre 2011: accanto ad una quarantina di selezionati espositori di vintage, brand emergenti e i temporary shop di realtà commerciali innovative, saranno numerosi gli eventi collaterali dedicati alla moda, all'arte e alla musica.

La manifestazione, in continua evoluzione, si avvale della collaborazione di numerose realtà del mondo creativo italiano, garantendo così una comunicazione efficace e mirata.
Media partner dell'evento saranno infatti i magazine Design with love e Wait!. 
Anche gli  eventi collaterali della quarta edizione spaziano in diversi ambiti espressivi.

Arte, ecodesign, grafica, moda, musica: tutto quello che è parte dell'immaginario di Vanitas e dei suoi sostenitori e clienti.

Lo spazio artistico all'interno della Galleria laterale (lato Piazza Roma) sarà gestito dalla nuova realtà artistica cremonese Una Specie di Spazio creata e coordinata da David C. Fragale e Federico Fronterrè - che presenterà una serie di artisti accomunati da un'estetica sospesa fra atmosfere retrò e immaginari fiabeschi, dove l'happy-end non è sempre garantito.
L'esposizione continua presso Una Specie di Spazio, in Piazza Roma 36, sempre a Cremona, con Valeria Rossini e Riccardo Bonfadini, quest'ultimo famoso per le sue opere eco-pop Industrial Fossil, create con l'ultilizzo di sacchetti di plastica riciclati.


Elisa Boldori


martedì 27 settembre 2011

CONTINUA LA CURA DEL BIANCO

Per raffreddarsi, per purificarsi, per uscire da sè (o provarci), per incontrarsi e toccarsi di soppiatto, per essere un po' aborigeni e un po' esercito di terracotta, per vedere tutti con il cappello, per trasformare lo Spazio in una casa di riti...
Quella che segue è la nuova serie di foto che alternativamente nomino come SAME HAT SERIES o CURA DEL BIANCO. Le altre potete trovarle qui oppure qui, ma è doveroso ricordare che il dipingere volti, rinominarli nell'atto simbolico del porre il proprio pennello o le proprie mani sui lineamenti dell'altro è storia vecchia nella Specie di Spazio, come dimostrano le foto del gesto rituale voluto da Alessia Degani alcuni mesi fa (e fedelmente documentato dal sottoscritto).
Altri ne verranno, o almeno lo spero.
DCF
  
Dall'alto: 1) Tamara, mia sorella, che la Cura la voleva tanto; 2) Maria Caletti, che ha indossato il Bianco più a lungo di tutti e mi ha reso gioioso [la trovate anche in questo corruttissimo video]; 3) Gianluca il Berserker, che ci viene sempre a trovare e dopo whisky e birra ha preso la via del Bianco; 4) Chiara Anemone Brambati, bella e inquietante; 5) Marina del Mar in Brunetti, che dopo aver fatto un sacco di storie ha ceduto e si è fatta imbiancare; 6) ultimo, ma non per importanza, il mio migliore amico Skeletro379. Grazie a tutti loro.

E poichè ogni volta che penso di avere concluso questo post, mi ritrovo a poterlo correggere, ampliare, ravvivare, allora decido di aggiornarlo un'ultima volta (chissà quando potrò rifarlo) per ringraziare Sabina Meschisi, una cara amica oltre che una brava illustratrice; non solo ha adottato il Bianco, ma anche il cappello, e mi ha onorato di questo omaggio, spedendomi dalla lontana Sicilia le foto della sua Cura. Grazie Sabine!

mercoledì 21 settembre 2011

IDENTITA' FLUIDE: IL REPORT VIDEO!

Un sincero ringraziamento ai ragazzi di GoldfishMedia (ossia Davide Uberti, Davide Lucchini e Alessio Merulla) che ci hanno sorpreso occupandosi completamente del video-report di IDENTITA' FLUIDE. Mi piace che questo medium, di solito una delle più efficaci testimonianze degli eventi inaugurali dello Spazio, sia di volta in volta realizzato da personalità differenti. Perchè non si tratta solo di un report, ma quasi un'estensione della mostra, un nuovo punto di vista, oltre che un bell'aiuto. E non posso non provare entusiasmo nel constatare quanto tutto questo aiuto ci serva, un aiuto che, è bene si sappia, siamo sempre lieti di contraccambiare. A voi il video.
DCF 


P.S.: Si diceva del video come estensione dell'evento. Il caso di FACES, di Davide Uberti, ne è un esempio. E io ve lo metto qui. "Il segreto secondo me è il virale".

martedì 13 settembre 2011

IDENTITA’ FLUIDE NELLO SPAZIO EMPATICO: UN PENSIERO ELEGANTE

Anche questa è fatta. Ed è stata fatta bene, secondo il mio modesto parere. Un’inaugurazione dall’atmosfera molto milanès (ognuno dia la sua personale interpretazione a questa affermazione come meglio riesce), facce nuove e nuove relazioni, e la sensazione che la Specie di Spazio stia confermando la sua identità di luogo mutevole, che cattura l’identità di chi vi lavora dentro, che assorba tendenze e speranze, che vada in una direzione mai univoca, ma che, come nel giardino dei sentieri che si biforcano di Borges, sia impossibile capire se esiste una via o molte che si diramano spontaneamente da quell’unico punto in Piazza Roma 36 per perdersi nelle infinite possibilità di espressione del sé che racchiude. La Specie di Spazio si affeziona a chi momentaneamente lo possiede, mi pare; ed è questa una caratteristica rara per quello che ho potuto vedere intorno a me negli ultimi anni. Anche perché questa affezione tende a sedimentarsi soprattutto sugli artisti che occupano lo Spazio, per poi attecchire anche su chi viene a visitarlo, a sfruttarlo in senso sociale o professionale, generando una forte carica empatica che dura oltre il tempo della visita (so quello che dico, credetemi). Specie di Spazio come Spazio Empatico? Una possibilità allettante, rischiosa e da indagare, nel tempo…


Alcune parole sulle fotografe di questa esposizione voluta e curata da Federico Fronterrè e messa in piedi dal sottoscritto, da Valeria Rossini e dalle fotografe stesse (che vedete in alto sotto il titolo del post); non dimentichiamo l'importante aiuto e sostegno di Stefania Mattioli e della galleria d'arte Il Triangolo
Non voglio esprimere un parere critico, che stazionerebbe fra una sterile e autocelebrativa recensione e una riflessione contemporanea troppo lunga da gestire in questa sede.  Adoro la fotografia. Anche io e anche Federico siamo (anche) fotografi, ma poi le cose si complicano. Anche. C’è una fotografia che si ciba del compiacimento tecnico, analogicamente studiata, e una fotografia illustrativa che si genera davanti allo schermo del computer, attraverso la meraviglia di photoshop. C’è una fotografia ludica, una fotografia documentativa, una fotografia che non è fotografia, per tacere dei molti generi che la fotografia comprende, cui ognuno approccia a modo suo. Riscontro gli estremi di questa libertà descrittiva su cosa sia la fotografia nel lavoro di tutte e tre le ragazze, Giulia GrandiSofia Labadini Love e Giulia Voltini. C’è un’ambiziosa descrizione del sé, di un sé affiancato all’altro sè, mai stabile ma proteiforme, come negli (auto)ritratti di Sofia; la descrizione di un mondo fantastico, tra il glamour e la moda, fra il tumblr e il blogger, di Giulia Voltini; la descrizione di una perfezione, della bellezza, di un affetto celato dietro l’obiettivo, che mi sembra quello di Giulia Grandi*; è un magma di sensazioni, di percorsi già compiuti e altri da compiersi, che poi lo Spazio prende e rimodella, unisce e scompone, cercando un’armonia. Se poi l’armonia è cosa reale, cosa oggettiva che esiste in questo mondo sfaccettato, io non lo so; come chiedersi, citando Clive Barker, se un pensiero possa essere elegante o meno. Però è l’unico modo in cui riesco a definire quello che è IDENTITA’ FLUIDE: un pensiero elegante, isolato dal caos esterno.
DCF

*Per le fotografe: sono parole che nascono spontanee, che non cercano smentite, né esigono conferme. I miei limiti mi impediscono di dire di più senza perdermi dentro le parole, la qual cosa, se accadesse, si allontanerebbe dall’unica delle verità possibili, che è quella data dalle vostre immagini e da chi, osservandole, vi legge ciò che desidera leggervi. Un bacio a tutte e tre.

Qui in alto, pochi scatti per raccontare l'allestimento minimale di IDENTITA' FLUIDE, il nuovo vestito dello Spazio, fatto di foto e disegni, di sguardi e di corpi trasformati o in trasformazione.
Alcune foto di Giulia Grandi, detta Diletta; potete sbirciare sul suo facebook per trovare altri scatti.
Il lavoro di Sofia Labadini Love, che ha un blog dove dice che le piace tutto, e tutto è amore. Cliccate qui se volete scorrerlo.
Giulia Voltini: nelle foto come nei disegni, un tripudio di colori. Altre lisergiche cose sono qui, sul suo blog.
Il solito doveroso ringraziamento a Luca Muchetti (giornalista della Provincia, quotidiano di Cremona), cui dobbiamo il servizio qui sopra. La stampa può essere ancora amica...

IDENTITA’ FLUIDE è aperto fino alla fine di settembre, su appuntamento o sabato-domenica pomeriggio dalle 18.00 alle 20.30 circa.Veniteci. Cremona, Piazza Roma 36, ok?

sabato 3 settembre 2011

IDENTITA' FLUIDE il 10 settembre nella Specie di Spazio!


Federico Fronterrè, con l'inestimabile aiuto di Valeria Rossini, ha messo giù l'idea di una piccola mostra che ha due premesse fondamentali: prima di tutto, essendo lui un amante della fotografia, dare risalto a questo medium, che fino ad ora aveva latitato all'interno delle iniziative dello Spazio (a parte su questo blog, dove tanti hanno dato il loro contributo commentando per immagini gli eventi occorsi); secondo, ampliare il discorso accentratore dello Spazio scommettendo su tre artiste giovani che, a parte incontri occasionali, non conoscevamo ancora bene - un test, in definitiva, che sarà utile per evolvere in modo proficuo le nostre attività. 
Le fotografie sono il frutto dell'esperienza di ragazze che lavorano con le emozioni, in cui il dato tecnico è importante ma non indispensabile. Identità fluide come identità in trasformazione, che non si sono stabilizzate (ma è ancora importante, oggi?), di cui queste foto costituiscono una tappa, niente di più. Personalmente, a me piacciono assai, in alcune mi perdo perfino, in altre cerco il riflesso della persona che ha realizzato lo scatto, chiedendomi se dentro una texture slavata, un gioco di luci e ombre, un autoritratto mascherato, si celi la vera natura del narratore o l'emblema di un'alterità che mi sfuggirà sempre. 
Vabbè, basta paroloni...chi vivrà vedrà. E a proposito di vedere, di seguito una piccola selezione delle opere in esposizione per fare venire l'acquolina all'occhio.
DCF

Sofia Labadini

Giulia Grandi

Giulia Voltini