Buongiorno buonanotte buonappetito a tutti i mangiatori di pixel.
Eccomi qui, finalmente raccolgo l'invito di David e vengo a invadere di pesci volanti anche questo blog: sono Eta e sono qui per reinventare il mondo con il mondo.
Ma questo lo faremo nel futuro già successo e nel passato che deve venire, per ora mi limito a raccontare un pomeriggio magico di qualche settimana fa.
È da parecchi anni che conosco Alessia Degani e sempre di più io e lei ci scambiamo bucce di pensieri, cicatrizziamo insieme le lacrime e cuciamo i nostri sorrisi alle orecchie; ci amiamo, insomma.
Se c'è una fissa che ho sempre avuto è quella di mischiare (pericolosamente) mondi; quando questo avviene in modo fruttuoso mi ubriaca un'euforia incontenibile. Ma questo pomeriggio che voglio raccontarvi era così bello che l'euforia si è fatta scavalcare dalla dolcezza e dalla pace.
Andiamo con ordine - almeno un po'...
Quando Alessia conobbe Renato, espresse il desiderio di colorargli il volto, azione che sta ripetendo in questi mesi, alla ricerca chissà di cosa, con un criterio ancora da chiarire, che probabilmente si spiegherà da solo nel percorso...
(Renato è, se vi fosse sfuggito, lo stesso Renato Florindi aka Skeletro379 dei post precedenti.)
A David venne naturale proporre ad Alessia di lasciarsi ospitare dalla nostra specie di spazio a Cremona. Alessia era titubante: Alessia sa bene quanto ogni scelta influisca sul momento, Alessia sa bene che il luogo è fondamentale. Ovviamente lo sappiamo bene anche noi, che abbiamo fatto di certe parole di Georges Perec il nostro solco prediletto. Quindi sapevamo che era giusto che Alessia titubasse. Alessia ha titubato titubato fino ad arrotolarsi nei suoi stessi ricci, ma come le molle veloci si è subito rilasciata a un "sì" innamorato dell'idea. Finché l'invito di farsi percorrere il volto dal pennello di Alessia non è stato esteso anche ad altre persone affini e, ben presto, anche l'evento di quel pomeriggio si è trasformato in un'ibrida giornata tra l'intimo e il pubblico, un po' come tutte le giornate della specie di spazio di Federico e David. Dico questo perché è facile notare la curiosità della gente che passa davanti alla vetrina del locale: non è immediato capire se "si può entrare" o no. Certo, quando era scenograficamente tappezzato dalle opere di Renato e pure da noi stessi era tutto più evidente («Certo che si può entrare!»), ma quando lo spazio è spoglio esso torna a essere una porzione di città più indefinita (e proprio questo confine labile è il perimetro su cui vogliamo giocare e riflettere, d'altronde).
Well... C'era Alessia coi suoi pennelli e c'eravamo noi (e il fuori...). Alla fine, siamo stati tutti colorati. E alla fine anche noi abbiamo colorato lei, lo abbiamo fatto tutti.
Alessia in azione su Renato |
Sentire il pennello che scorre sul viso è rilassante, ma, oltre a questo, Alessia sostiene di aver notato in ognuno un approccio diverso, inclusa una sorta di trance.
Lei continuerà a ripetere quest'azione ancora tante volte e su tanta gente, probabilmente deve andare da qualche parte...
Forse avverrà di nuovo anche nel nostro specie di spazio, chissà.
Su Erica, oro e bruno come la sua chioma |
Di sicuro, FF&DCF sono stati contenti dell'esperimento.
Un luogo non definito e un'azione non definita, confini che non si vogliono determinare e solo un'unica partenza non discussa: urgenza di creare, di fare, di stare.
Federico, che nella sua nuova pelle sembrava piacersi :) |
Indice sul mento - mmmh... Come continuare su David? |
Rispetto alle autoritarie gallerie d'arte, o rispetto a un flash mob iper organizzato, sono certa che cose piccole come quel pomeriggio possano apparire inutili, a qualcuno. Il fiume di pensieri che orchestra questa specie di spazio forse appartiene a un mondo troppo astratto perché si respiri davvero al di qua della nostra vetrina? Oppure stiamo riuscendo a riportare il nostro trasporto in questo progetto?
Be', di certo siamo bravi a farci domande e a non rimanere fermi - comunque.
Inoltre, quel giorno ascoltavamo ottima musica, e l'ottima musica nobilita tutto.
Gli occhi di Marina si confondono tra le linee azzurre di Alessia |
Io volevo darmi ad Alessia nel modo più leggero possibile... |
...Chissà come davvero Alessia avrà vissuto su sé stessa i nostri pennelli? (Le foto del post sono tutte di David C. Fragale, Federico Fronterré ed Eta; potete vedere l'intera sessione sul nostro Flickr) Eta |
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