sabato 30 novembre 2013

SIGN YOUR NO!

Zonta è un'associazione internazionale, sorta negli Stati Uniti nel 1919, che riunisce donne attive nell'industria, negli affari, nella libera professione con l'impegno di agire per il progresso e il benessere dell'umanità.
In particolare intende "migliorare la posizione legale, economica e professionale della donna; lavorare per una migliore comprensione, buona volontà e pace tra gli uomini; promuovere la giustizia e il rispetto universale per i diritti umani e le libertà fondamentali".
 
Il video realizzato da noi dello Spazio documenta la collaborazione fra Zonta e l'artista Grazia Gabbini, che ha realizzato  una serie di opere "interattive", ovvero realizzate in sinergia con il pubblico, per sensibilizzare il pubblico sul problema sempre contingente della violenza sulle donne, per poi trascendere e schierarsi contro la violenza tout court, sia quella fisica che psicologica, fra le mura domestiche come sul posto di lavoro, per strada o nell'intimo delle relazioni sociali. La galleria d'arte IL TRIANGOLO, lo staff dell'associazione Una Specie di Spazio e molti amici hanno aderito al progetto e detto il loro NO alla violenza, e tu?

Sign your NO è un progetto artistico di Grazia Gabbini
a cura di Angela Bellardi (presidentessa dello Zonta Club Cremona) e Mariarosa Ferrari (galleria Il Triangolo)
video report: David Chance Fragale - Federico Fronterrè
testi: Stefania Mattioli

grazie a tutti coloro che hanno partecipato e dato una mano (letteralmente)...

DCF

lunedì 11 novembre 2013

FRA LUCCIOLE, ALBERI, COLORI E RE DEI BOSCHI

Fortunatamente, non tutte le collaborazioni riescono male. E così, dopo esserci presi il tempo dovuto, montato varie versioni del video (e questa non è la definitiva) e constatato che poco s'era detto sul web in merito al RE DEI BOSCHI ad Agropolis, abbiamo voluto riparlarne come già avevamo fatto su facebook, anche per ringraziare quelli che ci hanno aiutato a mettere su questo momento poetico, semplice ed emozionante. Per chi non conoscesse Lapisvedese, vi rimando a questo post. L'importante è sapere che sono stati i curatori di questa pubblicazione indipendente a volere il nostro appoggio e quello dell'associazione Winter Beach, per un evento che servisse a promuoverli e promuovere il duetto del RE DEI BOSCHI, composto da Stefano Scrima e Jacopo Bodini

 Così, io e Federico Fronterrè, coadiuvati da un nutrito gruppo di anime belle, abbiamo addobbato, reinventato, improvvisato una specie di spazio artistico tra le fronde degli alberi, nell'erba, nello stagno, fra le soste e i cammini, nel boschetto antistante la Cascina Marasco a Cavatigozzi, sede della cooperativa sociale Agropolis. Ringrazio le anime belle: Anna Cigoli, Alessia Degani, Isidoro Gandaglia, Erica Lanzoni, Andrea Parisi, Sonia Secchi e Serena Solitario, che con la loro attiva presenza, con l'affetto, l'estemporaneo estro, hanno contribuito a creare un momento che per me è stato magico, e si cerca di accennarlo in questo video - un videoreport, sia beninteso, a cui un domani si spera di fare seguire, se la pulizia dell'audio e altre sottigliezze feroci lo consentono, una specie di versione estesa, che sia per Stefano e Jacopo un valido aiuto per esportare il loro umore musicale. Ai ragazzi di Lapisvedese invece faccio i miei migliori auguri per la loro rivista, che quando mi capita fra le mani leggo sempre con attenzione e interesse, e sottolineo che aspetto ancora il pacchetto di sigarette promesso e una cassa di birra per lo staff della Specie di Spazio. Le carote ve le lasciamo.  
DCF


Se ancora non foste stufi del RE DEI BOSCHI, eccovi l'easter egg di questo post, un videoclip un pò più vecchiotto, girato e montato da Federico Fronterrè:

CI SONO PIÙ COSE IN CIELO CHE QUI SULLA TERRA....

Primum vivere, deinde philosophari, aveva forse detto Thomas Hobbes. Oggi sarebbe più opportuno dire che prima bisogna sopravvivere, e poi ognuno fa quel che vuole. Il bisogno alimentare che mi spinge ad aderire a progetti dall'esito dubbio non è mai un buon movente per mettersi in azione, e difatti il piccolo grande sforzo ginnico di COSÌ SOPRA COME SOTTO (la cui dichiarazione di intenti trovate qui) si è rivelato una mossa falsa, ed è un peccato, perchè la grande collettiva-installazione di EXU, nostro precedente intervento in quel di Villa Stanga a Crotta d'Adda, era venuta su bene. Ma forse già c'erano gli indizi di quel che sarebbe poi successo con questa boiata di COSÌ SOPRA COME SOTTO, che abbiamo tirato fuori in un mesetto di incontri sporadici, cercando di accontentare un'assurda committenza e di dividerci i compiti. Primo problema? L'assurda committenza: abbiamo dovuto lavorare sulle costellazioni, le costellazioni, gente! niente di più semplice, certo, con un budget risicato e centellinato (ma di questo si dirà poi), che ha costretto il sottoscritto e Sonia Secchi, una signorina a digiuno di installazioni ma estremamente abile nell'inventare soluzioni ottime, a sorbirsi due giorni di freddo intenso per tirare su con un pò di ciarpame recuperato qui e lì qualcosa di simile a delle opere d'arte contemporanea. Oggi diremmo che è naive, ma vabbè, passiamo oltre. Lascio a coloro che hanno visitato la villa il compito di giudicare il risultato, il perchè ve lo dico poi. Secondo problema? La divisione dei compiti, che posso dire essere stata esaudita dai due terzi della curatela,  e poichè non è mio compito qui, per dirla nel gergo tecnico, sputtanare nessuno, evito di fare nomi e cognomi di chi, all'interno di un progetto del genere, avrebbe dovutopotuto fare qualcosa di più che tentare di recuperare i fondi, farsi costruire in un'operazione molto cattelaniana le proprie sculture e poi esibirsi nel carnevale delle esplicazioni dotte per il pubblico, inventando simbologie e connessioni che Jung avrebbe riassunto in due parole, qui invece mi hanno ricordato tanto le scempiaggini edulcorate di quel criminale di andrea diprè (per chi lo conosce, si capiranno le iniziali in minuscolo). Risultato: incazzatura enorme, materiali tornati indietro semidistrutti, pezzi mancanti e gli ultimi quattro soldi del finanziamento, ulteriormente striminziti. Ma stiamo scherzando, vero?  


 Lungi da me volere risolvere con il kerosene ed un fiammifero le questioni di questo tipo, preferisco recitare il mea culpa, dato che ho le mie responsabilità nella questione, e ripromettermi di non invischiare altre persone capaci nei fallimenti di questo tipo (grazie Sonia, grazie Andrea, scusate tanto), oltre che tagliare i ponti con furbetti funzionari comunali comunali e aspiranti artisti che meglio farebbero a limarsi l'ego. Il punto è sempre questo, c'è chi si sbatte e chi no, io so di sbattermi, un impegno che va oltre la messa in scena dell'evento(?), che parte dall'ideazione alla risoluzione dei problemi contingenti e prosegue nella promozione, nella postproduzione fotografica e video, tutte cose curate anche in questo caso. Bene. Il video me lo terrò per me, a memoria dell'ennesima presa per il ****, le foto invece le metterò così, obliterate, che rimangano di questo fatto solo ombre, accenni, l'impossibilità di vedere di più, a parziale monito e perchè tutto sia comunque in qualche modo documentato e ricordato. Come ha già detto qualcuno, la merda capita. Meglio andare avanti.
DCF 


OH, BROTHER, WHERE ART YOU?


"NOlab è stata fondata nel 2009 da un team di creativi operativi da 10 anni nel mondo della comunicazione, dell’editoria e dell’organizzazione eventi. Dopo vari esperimenti nel settore televisivo, nella moda e nell’editoria, la nascita di NOlab diventa necessaria. La scelta di costruire una nuova filosofia di pensiero e lavoro basata sul rifiuto alle tendenze e alle convenzioni è il naturale sfogo utile per creare un laboratorio unico e innovativo.
NOlab è un laboratorio di idee per chi non ha paura di dire NO."


In apertura di questo diario, la premessa (non di mio pugno) che spiega il lavoro svolto dai ragazzi di NOlab, con cui sono fiero di collaborare, per affinità di intenti, di interrogativi, di voglia di indagare i meccanismi della creatività e della sua fruizione oggi. Ho già parlato di loro qui, su queste pagine, in merito al contest a cui ho partecipato, il primo WHO ART YOU?, poi come membro della giuria per la seconda edizione della collettiva. Invito pertanto chi volesse saperne di più a seguire la loro pagina facebook e partecipare ai loro eventi, il prossimo si terrà a Londra e ci sarò anche io, e ne sono felice! In mezzo a tanto affanno, sarà come bere un sorso d'acqua fresca, e ci vuole.
In ogni caso, concludo il post mettendo a disposizione i due videoreport che raccontano la frenesia del contest e la calma, riflessiva partecipazione all'evento dedicato ai vincitori, con cui ancora mi complimento e di cui spero di vedere le successive, ardite evoluzioni. 
DCF



Eva Mendes (Pittura) è portoghese, si forma sulle arti figurative in modo ampio e variegato: una laurea in scultura all’Università di Porto e molti corsi di illustrazione. Arriva a Milano grazie ad un programma di scambio e approda all’Accademia di Belle Arti di Brera ma mai stanca di imparare segue anche diversi workshop sul vetro e sulla lavorazione del ghiaccio e consegue un master in illustrazione contemporanea.
Andrea Silva (Fotografia) nasce con una macchina fotografica e un libro tra le mani. Cresce in una piccola cittadina del triangolo lariano, vicino al lago di Como. Affascinato dalla fotografia, giorno dopo giorno si impegna per cercare di catturare ogni attimo in un’immagine. La sua passione cresce e lo porta verso la post produzione digitale. La sua mostra in via Dante a Milano nel 2010 dà il via ad una serie di partecipazioni ad importanti competizione fotografiche.
Raimondo Castronuovo (Scultura) vive e lavora a Berlino. Si laurea in architettura nel 2009 ma gi piace considerarsi un autodidatta. La sua ricerca inizia dalla figura umana rielaborando tutto ciò che non è essenziale per portare alla luce  la profonda solitudine dell’essere umano. Prende parte a diverse esibizioni, come “Il pazzo d’Assisi” ad Andria nel 2009 e “Più falso del vero” a Napoli nel 2012.
Oriana Vertucci (Video) è di origine salernitana e si forma fin da subito sulla scultura, dalle principali tecniche, al disegno, fino all’incisione. Questa passione la guida ad allargare i suoi interessi fino a farle scoprire  l’arte del videomaking a passo uno. Nei suoi cortometraggi introduce creazioni scultoree, umanizzandole con l’animazione.
Mauro Mazzara (Premio Carlsberg) nasce a Milano nel 1980, inizia a disegnare a matita a 2 anni e non smetterà mai. Frequenta la scuola Arte&Messaggio di Milano e, dopo essere stato pubblicato anche sull’Annuale Illustratori 2002, si iscrive al corso di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera. E’ socio fondatore del Totemic Studio, operativo nel corso dell’illustrazione e della grafica. Tiene inoltre corsi di disegno e pittura.

WHO ART YOU? è un contest internazionale dedicato ad artisti di età compresa tra i 18 e i 35 anni che si è svolto a Milano il 24 maggio 2013 per iniziativa di NOlab.
Un modo per mo­strare di che arte si è fatti! Un evento che unisce giovani artisti, galleristi d’avanguardia e gallerie storiche italiane ed internazionali, giornalisti e critici per creare una vetrina uni­ca e ambivalente, un momento di scambio e di lancio nel difficile mercato dell’arte. Un evento unico: una gigantesca collettiva di 60 artisti, ognuno presente con l’ unica creazione sele­zionata. 20 opere pittoriche , 20 opere fotogra­fiche, 10 sculture e 10 video. Durante la serata una giuria scientifica di operatori del settore ha decretato i vincitori, che avranno modo di mostrare ulteriormente il proprio talento in una mostra collettiva riservata a loro alla Design Library di via Savona 11 dal 18 al 22 ottobre! - See more at: http://www.youmpa.com/events/49889/who-art-you-2--and-the-winner-is#sthash.g4zwXuda.dpuf
WHO ART YOU? è un contest internazionale dedicato ad artisti di età compresa tra i 18 e i 35 anni che si è svolto a Milano il 24 maggio 2013 per iniziativa di NOlab.
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