Primum
vivere, deinde philosophari, aveva forse detto Thomas Hobbes. Oggi sarebbe più opportuno dire che prima bisogna sopravvivere, e poi ognuno fa quel che vuole. Il bisogno alimentare che mi spinge ad aderire a progetti dall'esito dubbio non è mai un buon movente per mettersi in azione, e difatti il piccolo grande sforzo ginnico di COSÌ SOPRA COME SOTTO (la cui dichiarazione di intenti trovate qui) si è rivelato una mossa falsa, ed è un peccato, perchè la grande collettiva-installazione di EXU, nostro precedente intervento in quel di Villa Stanga a Crotta d'Adda, era venuta su bene. Ma forse già c'erano gli indizi di quel che sarebbe poi successo con questa boiata di COSÌ SOPRA COME SOTTO, che abbiamo tirato fuori in un mesetto di incontri sporadici, cercando di accontentare un'assurda committenza e di dividerci i compiti. Primo problema? L'assurda committenza: abbiamo dovuto lavorare sulle costellazioni, le costellazioni, gente! niente di più semplice, certo, con un budget risicato e centellinato (ma di questo si dirà poi), che ha costretto il sottoscritto e Sonia Secchi, una signorina a digiuno di installazioni ma estremamente abile nell'inventare soluzioni ottime, a sorbirsi due giorni di freddo intenso per tirare su con un pò di ciarpame recuperato qui e lì qualcosa di simile a delle opere d'arte contemporanea. Oggi diremmo che è naive, ma vabbè, passiamo oltre. Lascio a coloro che hanno visitato la villa il compito di giudicare il risultato, il perchè ve lo dico poi. Secondo problema? La divisione dei compiti, che posso dire essere stata esaudita dai due terzi della curatela, e poichè non è mio compito qui, per dirla nel gergo tecnico, sputtanare nessuno, evito di fare nomi e cognomi di chi, all'interno di un progetto del genere, avrebbe dovutopotuto fare qualcosa di più che tentare di recuperare i fondi, farsi costruire in un'operazione molto cattelaniana le proprie sculture e poi esibirsi nel carnevale delle esplicazioni dotte per il pubblico, inventando simbologie e connessioni che Jung avrebbe riassunto in due parole, qui invece mi hanno ricordato tanto le scempiaggini edulcorate di quel criminale di andrea diprè (per chi lo conosce, si capiranno le iniziali in minuscolo). Risultato: incazzatura enorme, materiali tornati indietro semidistrutti, pezzi mancanti e gli ultimi quattro soldi del finanziamento, ulteriormente striminziti. Ma stiamo scherzando, vero?
Lungi da me volere risolvere con il kerosene ed un fiammifero le questioni di questo tipo, preferisco recitare il mea culpa, dato che ho le mie responsabilità nella questione, e ripromettermi di non invischiare altre persone capaci nei fallimenti di questo tipo (grazie Sonia, grazie Andrea, scusate tanto), oltre che tagliare i ponti con furbetti funzionari comunali comunali e aspiranti artisti che meglio farebbero a limarsi l'ego. Il punto è sempre questo, c'è chi si sbatte e chi no, io so di sbattermi, un impegno che va oltre la messa in scena dell'evento(?), che parte dall'ideazione alla risoluzione dei problemi contingenti e prosegue nella promozione, nella postproduzione fotografica e video, tutte cose curate anche in questo caso. Bene. Il video me lo terrò per me, a memoria dell'ennesima presa per il ****, le foto invece le metterò così, obliterate, che rimangano di questo fatto solo ombre, accenni, l'impossibilità di vedere di più, a parziale monito e perchè tutto sia comunque in qualche modo documentato e ricordato. Come ha già detto qualcuno, la merda capita. Meglio andare avanti.
DCF
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