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mercoledì 21 settembre 2011

IDENTITA' FLUIDE: IL REPORT VIDEO!

Un sincero ringraziamento ai ragazzi di GoldfishMedia (ossia Davide Uberti, Davide Lucchini e Alessio Merulla) che ci hanno sorpreso occupandosi completamente del video-report di IDENTITA' FLUIDE. Mi piace che questo medium, di solito una delle più efficaci testimonianze degli eventi inaugurali dello Spazio, sia di volta in volta realizzato da personalità differenti. Perchè non si tratta solo di un report, ma quasi un'estensione della mostra, un nuovo punto di vista, oltre che un bell'aiuto. E non posso non provare entusiasmo nel constatare quanto tutto questo aiuto ci serva, un aiuto che, è bene si sappia, siamo sempre lieti di contraccambiare. A voi il video.
DCF 


P.S.: Si diceva del video come estensione dell'evento. Il caso di FACES, di Davide Uberti, ne è un esempio. E io ve lo metto qui. "Il segreto secondo me è il virale".

martedì 13 settembre 2011

IDENTITA’ FLUIDE NELLO SPAZIO EMPATICO: UN PENSIERO ELEGANTE

Anche questa è fatta. Ed è stata fatta bene, secondo il mio modesto parere. Un’inaugurazione dall’atmosfera molto milanès (ognuno dia la sua personale interpretazione a questa affermazione come meglio riesce), facce nuove e nuove relazioni, e la sensazione che la Specie di Spazio stia confermando la sua identità di luogo mutevole, che cattura l’identità di chi vi lavora dentro, che assorba tendenze e speranze, che vada in una direzione mai univoca, ma che, come nel giardino dei sentieri che si biforcano di Borges, sia impossibile capire se esiste una via o molte che si diramano spontaneamente da quell’unico punto in Piazza Roma 36 per perdersi nelle infinite possibilità di espressione del sé che racchiude. La Specie di Spazio si affeziona a chi momentaneamente lo possiede, mi pare; ed è questa una caratteristica rara per quello che ho potuto vedere intorno a me negli ultimi anni. Anche perché questa affezione tende a sedimentarsi soprattutto sugli artisti che occupano lo Spazio, per poi attecchire anche su chi viene a visitarlo, a sfruttarlo in senso sociale o professionale, generando una forte carica empatica che dura oltre il tempo della visita (so quello che dico, credetemi). Specie di Spazio come Spazio Empatico? Una possibilità allettante, rischiosa e da indagare, nel tempo…


Alcune parole sulle fotografe di questa esposizione voluta e curata da Federico Fronterrè e messa in piedi dal sottoscritto, da Valeria Rossini e dalle fotografe stesse (che vedete in alto sotto il titolo del post); non dimentichiamo l'importante aiuto e sostegno di Stefania Mattioli e della galleria d'arte Il Triangolo
Non voglio esprimere un parere critico, che stazionerebbe fra una sterile e autocelebrativa recensione e una riflessione contemporanea troppo lunga da gestire in questa sede.  Adoro la fotografia. Anche io e anche Federico siamo (anche) fotografi, ma poi le cose si complicano. Anche. C’è una fotografia che si ciba del compiacimento tecnico, analogicamente studiata, e una fotografia illustrativa che si genera davanti allo schermo del computer, attraverso la meraviglia di photoshop. C’è una fotografia ludica, una fotografia documentativa, una fotografia che non è fotografia, per tacere dei molti generi che la fotografia comprende, cui ognuno approccia a modo suo. Riscontro gli estremi di questa libertà descrittiva su cosa sia la fotografia nel lavoro di tutte e tre le ragazze, Giulia GrandiSofia Labadini Love e Giulia Voltini. C’è un’ambiziosa descrizione del sé, di un sé affiancato all’altro sè, mai stabile ma proteiforme, come negli (auto)ritratti di Sofia; la descrizione di un mondo fantastico, tra il glamour e la moda, fra il tumblr e il blogger, di Giulia Voltini; la descrizione di una perfezione, della bellezza, di un affetto celato dietro l’obiettivo, che mi sembra quello di Giulia Grandi*; è un magma di sensazioni, di percorsi già compiuti e altri da compiersi, che poi lo Spazio prende e rimodella, unisce e scompone, cercando un’armonia. Se poi l’armonia è cosa reale, cosa oggettiva che esiste in questo mondo sfaccettato, io non lo so; come chiedersi, citando Clive Barker, se un pensiero possa essere elegante o meno. Però è l’unico modo in cui riesco a definire quello che è IDENTITA’ FLUIDE: un pensiero elegante, isolato dal caos esterno.
DCF

*Per le fotografe: sono parole che nascono spontanee, che non cercano smentite, né esigono conferme. I miei limiti mi impediscono di dire di più senza perdermi dentro le parole, la qual cosa, se accadesse, si allontanerebbe dall’unica delle verità possibili, che è quella data dalle vostre immagini e da chi, osservandole, vi legge ciò che desidera leggervi. Un bacio a tutte e tre.

Qui in alto, pochi scatti per raccontare l'allestimento minimale di IDENTITA' FLUIDE, il nuovo vestito dello Spazio, fatto di foto e disegni, di sguardi e di corpi trasformati o in trasformazione.
Alcune foto di Giulia Grandi, detta Diletta; potete sbirciare sul suo facebook per trovare altri scatti.
Il lavoro di Sofia Labadini Love, che ha un blog dove dice che le piace tutto, e tutto è amore. Cliccate qui se volete scorrerlo.
Giulia Voltini: nelle foto come nei disegni, un tripudio di colori. Altre lisergiche cose sono qui, sul suo blog.
Il solito doveroso ringraziamento a Luca Muchetti (giornalista della Provincia, quotidiano di Cremona), cui dobbiamo il servizio qui sopra. La stampa può essere ancora amica...

IDENTITA’ FLUIDE è aperto fino alla fine di settembre, su appuntamento o sabato-domenica pomeriggio dalle 18.00 alle 20.30 circa.Veniteci. Cremona, Piazza Roma 36, ok?

sabato 3 settembre 2011

IDENTITA' FLUIDE il 10 settembre nella Specie di Spazio!


Federico Fronterrè, con l'inestimabile aiuto di Valeria Rossini, ha messo giù l'idea di una piccola mostra che ha due premesse fondamentali: prima di tutto, essendo lui un amante della fotografia, dare risalto a questo medium, che fino ad ora aveva latitato all'interno delle iniziative dello Spazio (a parte su questo blog, dove tanti hanno dato il loro contributo commentando per immagini gli eventi occorsi); secondo, ampliare il discorso accentratore dello Spazio scommettendo su tre artiste giovani che, a parte incontri occasionali, non conoscevamo ancora bene - un test, in definitiva, che sarà utile per evolvere in modo proficuo le nostre attività. 
Le fotografie sono il frutto dell'esperienza di ragazze che lavorano con le emozioni, in cui il dato tecnico è importante ma non indispensabile. Identità fluide come identità in trasformazione, che non si sono stabilizzate (ma è ancora importante, oggi?), di cui queste foto costituiscono una tappa, niente di più. Personalmente, a me piacciono assai, in alcune mi perdo perfino, in altre cerco il riflesso della persona che ha realizzato lo scatto, chiedendomi se dentro una texture slavata, un gioco di luci e ombre, un autoritratto mascherato, si celi la vera natura del narratore o l'emblema di un'alterità che mi sfuggirà sempre. 
Vabbè, basta paroloni...chi vivrà vedrà. E a proposito di vedere, di seguito una piccola selezione delle opere in esposizione per fare venire l'acquolina all'occhio.
DCF

Sofia Labadini

Giulia Grandi

Giulia Voltini