giovedì 17 febbraio 2011

IL BOSCO DI KODAMA: UNA MOSTRA E ANCHE NO...

...Sì, perchè il BOSCO DI KODAMA è un modo di vivere la specie di spazio in una maniera un po' "classica", di quelle che poi la gente ti scambia per gallerista, dice che "vendi le opere", e non è vero, perchè - ripeto - questo esperimento dentro Cremona, dentro la città delle definizioni, è uno spazio libero, uno spazio che vuole fuggire il mercato e anche i preconcetti cui un certo modo di vedere e fruire la cultura ci ha abituati, uno spazio che non ha bisogno di essere giudicato, ma giudica. Così, Anna Cigoli e le sue creazioni (quelle esposte e altre le trovate qui) sono state un modo di portare dentro il perimetro delle idee un messaggio che forse non è nuovo, ma in virtù della forza di questa meravigliosa donna,  dell'universo in cui crede, del suo modo di vedere le cose segrete che, lo ammetto, fa innamorare di lei, ecco allora la natura, gli alberi, le tele delle driadi e delle silfidi, e gli spiriti kodama, e laggiù Totoro che ammicca sinistro fra le illustrazioni, come a dire: "che volete? che avete da guardare? questo è quello che è, chi vuol vedere veda, chi non vuol vedere s'arrangi, o come dice il detto: non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere.
In mezzo campeggia un albero, un po' striminzito d'accordo, un albero abbattuto da un temporale, ancora verde dentro, e  a noi che non siamo botanici ma altro ci è venuto in mente di piantarlo là nel mezzo, perchè Federico e io abbiamo subìto un attacco di horror vacui, e perchè io e Federico vogliamo a tutti i costi mischiarci con chi nella specie di spazio ci viene e ci fa le cose, perchè la specie di spazio non è uno spazio espositivo, ma uno spazio vitale, e chi ci vive collabora alla creazione di quella che è sempre un'opera collettiva.
Ma si diceva dell'albero. Beh, poi Anna l'albero l'ha arricchito, gli ha dato una nuova vita, o ne ha celebrato la morte, disegnandoci sopra gli spiritelli tanto cari a Miyazaki e Buzzati ("melusine" le chiamava lui...).
Ultimo aneddoto, perchè questo dev'essere un sito di facile lettura, senza troppe chiacchiere: oggi qualcuno è venuto a vedere l'esposizione, ha detto qualcosa di inedito rispetto al solito, a dispetto del solito, cioè che nei dipinti di Anna c'era del macabro...macabro! Rimuginando sull'evento precedente, cui questo spettatore non è intervenuto, mi è venuto da sorridere, ma poi - poi perchè no? ecco la sorpresa,  eccola, forse che non ho visto anche io, sempre, qualcosa di strano, inquietante,  in queste donne di corteccia, in queste creature di verde e di marrone, che Anna dipinge diligentemente, cercando il filo di un discorso che forse nessuno conoscerà mai? Eppure non ci pensavo più da tempo, le avevo ormai accettate come creature innocue, larvali, mai dedite all'inganno e al dolore...eppure...allora ecco a cosa ci serve, a me e a Federico, uno spazio come questo: non solo a  mostrare ciò che ci piace, ciò che conosciamo, ma a riscoprirlo a nostra volta. E lo dice uno che l'arte di Anna la conosce bene...


Il 12 febbraio 2011 abbiamo inaugurato IL BOSCO DI KODAMA. L'afflusso di persone è stato discreto, anche se la maggior parte della cittadinanza diserta, manca all'appello, evita gli spazi defilati, nonostante la promozione capillare evita anche noi. Ma poi, anche fra quei pochi che vengono, c'è la sorpresa, il trionfo, qualcuno che coglie dell'uno e dell'altra, dello spazio e dell'opera di Anna, ci sono le critiche, le critiche ritirate, ci sono quelli che non sanno cosa vengono a vedere e quelli che lo sanno esattamente, e sembra di stare a un pic-nic sotto l'albero, in cui ognuno ha qualcosa da dire da fare, piccole tragedie e grandi commedie si consumano fra le pareti dello spazio ora angusto ora enorme - intorno i quadri, le tele, i silvantropi di Anna, che non dicono nulla, non giudicano, inermi nel tempo e nello spazio, presenti anche quando tutti vanno via, solo loro restano, a sostenere la notte piovosa che arriva. E io li amo, li amo.  

  
 








Le foto qui raccolte sono una parte di quello che potete trovare sulla nostra galleria di flickr, e sono state scattate da me, da Federico Fronterrè e da Andrea Riboni,  che ringrazio in modo particolare perchè ha saputo vedere in questa nostra piccola magia qualcosa che lui, prendendo in prestito le parole da Yoko Ono, ha descritto così: "L' arte è potere. L' arte ha un potere incredibile, poichè ha la capacità di fornire alla gente energia ed ispirazione suggerendo nuovi modi di vedere le cose, la vita. È importante come ogni altra cosa. Talvolta pensiamo che il parco non è utile, che è soltanto un gruppo di alberi o qualcosa di simile, e che gli alberi non dicono molto. I benefici dati dagli alberi sono così invisibili che la gente pensa di poter tagliare gli alberi e costruire un palazzo. Puó sembrare più economico ma, una volta tagliati gli alberi, si vedrà cos'è andato perduto. Gli artisti sono uguali. Il loro ruolo nella società è simile a quello degli alberi."
Mi piace pensare che Andrea ci abbia parecchio azzeccato su Anna, e spero anche con tutti noi.
                                                                                                                        DCF

1 commento:

  1. Ridondante sarebbe ripeterti quanto sai spiegar/ti bene con le parole, quindi anche io sorrido di cuore per il tale che ha visto il macabro. Veroverissimo: c'è. Un po', forse, l'avevo scordato pure io, ma in fondo Anna è più schiliena di Renato, a volte. Certo che Anna è inquietante. E' una paura che tranquillizza, però, c'è questo aspetto paradossola. Escluso "Madama Kodama", che mai finirà di - per dirla poeticamente - farci cagare sotto!

    ...E grande pure Andrea, ci ha azzeccato sì.

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