martedì 26 marzo 2013

12 TESTIMONI DELLA FEDE: UNA SPECIE DI SPAZIO VA IN CHIESA


“12 Testimoni della fede” è il titolo della progetto artistico della Diocesi di Cremona per la Settimana Santa. L’iniziativa era stata sperimentata per la prima volta il Venerdì Santo dello scorso anno con alcune proiezioni sugli edifici del centro storico in concomitanza con il passaggio della processione cittadina della Sacra Spina. Quest’anno l’opportunità di contemplare le opere realizzate dai giovani artisti del territorio e delle province limitrofe si estenderà all’intera Settimana Santa.
In tutto sono 21 le opere realizzate e riproposte per l’occasione sotto forma di stendardi: si tratta di ingrandimenti di immagini pittoriche, scultoree o elaborate digitalmente, figurative o con componenti di astrazione. Rappresentano tutte una esemplificazione del giovane pensiero iconico che si confronta con i temi del sacro.
Il progetto, ideato da don Angelo Maffioletti, e condiviso dalla Federazione Oratori Cremonesi, ha visto la partecipazione degli studenti del liceo artistico “Bruno Munari” (con le sedi di Cremona e Crema), l’Accademia di Belle Arti di Brescia “Santa Giulia” e Laba (Libera Accademia dei Belle Arti) di Brescia, oltre ad alcuni giovani artisti del territorio. Coordinamento artistico a cura del professor Adriano Rossoni.
E fin qui ho citato la stampa che meglio di me sa riassumere gli aspetti salienti di un progetto come questo, che nasce in sordina e poi cresce, crea sinergie e crea conflitti, si evolve da un abbozzo iniziale a qualcosa di compiuto. 
Quando Adriano Rossoni mi ha cercato per incontrarmi e partecipare a questo progetto non pensavo che avrei accettato. Io sono ateo, cerco la divinità come tutti e come tutti la trovo poco, ma principalmente non amo la chiesa. O meglio, la Chiesa con la C maiuscola, perchè le chiese invece mi piacciono molto. E finire sul duomo di Cremona mi allettava, era uno spazio da colonizzare a cui non avevo mai pensato; ma per questo avevo bisogno di un team che lavorasse in modo rapido e capisse che la nostra committenza non avrebbe accettato a scatola chiusa qualsiasi immagine avremmo proposto. Così dissi ad Adriano che ci stavo, che l'impressione mi piaceva e che, malgrado le mie infinite riserve, noi dell'associazione avremmo curato il trittico centrale del duomo; parlai del progetto a Federico Fronterrè, l'altra metà umana dell'associazione, che accettò di aiutarmi negli scatti fotografici, e poi ne parlai a Caterina Nasini, in arte Ribbon. Caterina in particolare è stata fondamentale per darmi una direzione, adoro il suo lavoro, che potete ammirare sul sito della nana qualunque, e sapevo che se lei si fosse occupata dell'iconografia della Madonna, il risultato sarebbe stato qualcosa di elegante e contemporaneo allo stesso tempo. Così è stato.
Sopra, la Madonna scelta per il trittico centrale del duomo di Cremona, realizzata da Caterina Nasini con Giovanni Barsanti e Virginia Bertolani; l'idea dell'aureola che rimanda a una nebulosa è fantastica, e l'abbiamo ripresa noi dello Spazio per quella del Battista. Sotto, due prove, diciamo così, scartate. E infatti anche queste sono un regalo.




Immagino che, con solo un mese di tempo e le comunicazioni che procedono a singhiozzo, tutti i partecipanti al progetto abbiano avuto il loro bel daffare tra modifiche, sviste tecniche, incomprensioni, perciò non mi lamenterò eccessivamente. Alle volte puoi far valere le tue ragioni, alle volte puoi accorgerti che la committenza aveva ragione. Quando ho scelto di rappresentare l'Agnello pasquale avrei voluto seguire il consiglio di Caterina e mostrare una figura coperta da un telo simile a un vello, in un'ideale selva di dantesca memoria, immersa in un drappo rosso a simboleggiare il sangue del sacrificio. Erica Lanzoni, gentile driade di cui sentiremo ancora parlare, ha posato per creare questa immagine. Poi però l'immagine è stata bocciata, così ho ripiegato su un più accademico agnello sovrapposto in post-produzione a uno degli ambienti precedentemente fotografati. E funziona. Non credo che mi piaccia ancora molto, se la osservo sullo schermo del computer, ma devo dire che, se la vedo al centro della facciata del duomo, come perno di tutto, allora mi convinco che i detrattori dell'immagine precedentemente studiata avevano ragione.

L'Agnello nella sua versione appesa sulla facciata del duomo; la nicchia di pietra è una variante del classico altare, a me è piaciuta fin da subito. Sotto, l'altra mia immagine preferita, con Erica Lanzoni. © David C. Fragale - Federico Fronterrè

Invece il San Giovanni Battista, per noi interpretato dal gentilissimo Puccio Chiesa, ha subìto variazioni tese a smorzarne alcuni aspetti ritenuti troppo "femminili", e poichè la nuova versione, soggetta a modifiche troppo estreme rispetto all'originale, mi convince sì e no, ho deciso di inserire qui entrambe le immagini preparate per l'occasione e che, fortuitamente, compaiono entrambe nel percorso cittadino, pur se dislocate in luoghi differenti (una, quella riveduta, è sul duomo, l'altra compare sul totem esplicativo del progetto). Non è  polemica, sia chiaro, ma è uno degli aspetti di questo blog quello di andare oltre il fattore promozionale e riflettere sulle dinamiche interne a progetti come questo, che comportano successi insperati e faticose incomprensioni, cercando di dare risalto al proprio lavoro e cercando di comprendere le motivazioni della committenza, diocesi o meno che sia. E' indubbio che per la nostra associazione questo sia un lavoro che dovevamo sperimentare, ma allo stesso tempo è più che naturale lo scontro fra cognizioni estetiche e concettuali diverse, la qual cosa porta spesso a decidere fra il desiderio di puntare i piedi o chinare il capo. La verità sta nel mezzo, anche se non parliamo di una committenza pagata, è inutile tergiversare e inorgoglirsi per distruggere un progetto: bisogna vedere il grande schema delle cose, lavorare in sinergia e comprendere le ragioni dell'altro, pur difendendo a spada tratta le proprie.

Due versioni di un Battista, con Puccio Chiesa. © David C. Fragale - Federico Fronterrè
Il mio consiglio, a questo punto, è farsi un'idea personale, magari una passeggiata fino al duomo di Cremona per cogliere l'insieme degli stendardi, senza dimenticare le opere lungo il percorso che sarà interessato dal passaggio della processione: largo Boccaccino, via Mercatello, corso Mazzini, piazza Roma (lato sud), corso Cavour, via Verdi, piazza Stradivari, via Baldesio e piazza del Comune. Senza dimenticare che, e questo forse andrebbe sempre esplicitato, si tratta di visioni personali, spesso laiche, di figure e argomenti che l'arte ha sempre trattato e di cui gli artisti hanno sempre detto, comunque, la loro.
Vorrei citare tutti quelli che hanno lavorato a questo progetto, ma ci metterei troppo e questo è solo uno dei tanti progetti in ballo, il che mi permette di aggiornare questo blog con la fretta e la furia del precario che sono. Mi permetterò di citare fotograficamente alcuni dei lavori trovati sul percorso che io personalmente mi sono fatto qualche giorno fa, sotto la pioggia, nel vento sferzante, osservando come i poveri stendardi appena appesi oscillassero e si avvitassero su loro stessi e pensando: non si finisce mai di imparare... 
DCF

Maria Goretti, che pur di non perdere la verginità si fece uccidere dal suo aggressore; fu proclamata santa nel 1950, presente il suo assassino. © Giorgia Dallera - Alice Faloretti
In primo piano, il martire Oscar Romero, realizzato da Daniel Premoli; subito dietro, Jerzy Popieluszko, dal liceo artistico di Crema (classi 5B e 5C, indirizzo grafico-visivo) sotto la direzione del professor Angelo Coletto.
Il Sant'Omobono di Stefano Rinaldi
Ancora la Madonna di Caterina Nasini sulla facciata del duomo
Il trittico sulla facciata del duomo curato da UNA SPECIE DI SPAZIO

Gli apostoli dell'Accademia di Santa Giulia di Brescia

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