mercoledì 28 novembre 2012

SPEAKEARTH

Andrea Parisi è una vecchia conoscenza, perché da noi portò il suo VERNISSACT. Ora si è quasi conclusa la sua residenza creativa, che per comodità chiamo in questo modo per il suo carattere evolutivo, un’addizione continua di elementi alla ricerca di un significato, di un concetto, di ipotesi future, un vero e proprio luogo dentro a un luogo, di sperimentazione e di scambio. Nessuna inaugurazione, nessun vernissage (men che meno il finissage) per l’installazione SPEAKEARTH di Parisi, opera sinestetica troppo intima, troppo personale, perché una fiumana di persone potesse fruirne con esattezza tutte insieme, opera di cui restano solo le fotografie mie e di Parisi stesso, e il video di Federico Fronterrè, a testimoniarne il fatto – e a cercare di spiegarlo, dato il forte carattere ermetico dell’installazione. Ovviamente, SPEAKEARTH non è passato inosservato, gli spettatori ci sono stati, e fin dall’inizio si è prestato a scenario dell’arte di altri individui. Più in basso, infatti, ci sono le fotografie dell’intervento di Ale Tortuga, amica conosciuta su facebook (per la serie: quando il social network funziona…), pittrice e bodypainter, che con la scusa di incontrarsi mi ha permesso di imbastire un vero e proprio servizio fotografico, di cui SPEAKEARTH è diventato modello ispiratore, e non solo in senso scenografico (basti prestare attenzione alle spighe dipinte sul corpo della brava modella Marta Tedolfi, che richiamano le spighe che “pavimentano” l’installazione SPEAKEARTH). Di certo sentiremo ancora parlare della Tortuga, così come parleremo ancora di Andrea Parisi, che partendo dall’esperimento della Specie di Spazio condurrà la sua ricerca personale su fronti sempre più ermetici quanto stimolanti, in cui saranno inclusi la performance e tecnologie sempre più sofisticate.
Noto con dispiacere che fino ad ora ho usato ripetutamente il termine “ermetico”, rivelando un’incapacità di raccontare in modo più tecnico il lavoro di Andrea, ma col senno di poi lo tengo buono, dato che la prossima sua azione si chiamerà appunto ERMETIQUE, un tentativo forse di intrappolare il caos e magari di capirlo (nel futuro prossimo i dettagli). 

 

Per finire, posso solo aggiungere che, malgrado il carattere sempre più riservato dello Spazio, esso non perde di vista i suoi obiettivi, ovvero quello di essere un luogo di sperimentazione, dove l’opera può nascere, non solo manifestarsi, spazio estemporaneo di dialogo, spazio estemporaneo di follia, spazio estemporaneo dell’incertezza e della testimonianza, soggetto alle tensioni del contesto metropolitano ma anche capace di ritagliarsi un’identità propria che io definisco metafisica. Spazio di pianto e dolore, a volte, ma soprattutto spazio di speranza, casa, rifugio, incontro. Che persone come Andrea Parisi e Ale Tortuga, e tutti gli amici che vi gravitano intorno, contribuiscono a tenere in vita. Muchas gracias.

DCF








Qui sopra, dettagli e vedute d'insieme dell'installazione multimediale di Andrea Parisi; sotto, un assaggio di ERMETIQUE, azione non tanto futura dell'autore di SPEAKEARTH; più sotto, il video girato e montato da Federico Fronterrè

 

A seguire, gli scatti che ho realizzato in collaborazione con Ale Tortuga nella SPECIE DI SPAZIO, ragionando il suo intervento di bodypaint su Marta Tedolfi anche in funzione dell'installazione di Parisi. 







1 commento:

  1. Bravissimo Andrea! Sono davvero contenta di esserci stata, almeno in una parte di questo "tuo percorso artistico" ci sono stata. E siccome, come scrive uno degli autori di questo Blog, il tuo lavoro è in continua evoluzione magari ci ritroviamo più avanti. Un abbraccio sincero. Smack!

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