21 luglio 2011, Cremona, quartiere Zaist.
Alice Totemica Seghetti ha disegnato una volpe dall’aspetto sinistro (la Kitsune dalle ingannevoli trasformazioni), Anna Kodama Cigoli un albero sanguinante (lo Jubotsuko), Vanessa Anzoni una Rokurokubi che non si faceva notare solo per il collo lungo, tanto era sexy, Eleonora Eta Liparoti uno Hyaku-Me dai cento occhi, affiancato dalla Nure Onna, la donna-serpente, di Alessia Degani, e dalla Yuki Onna, la donna delle nevi, di Nicolò Pellizzon; ultimo, ma non per importanza, Renato Skeletro379 Florindi con il suo strano mostro-demone (l'Amanozako?), il tutto condito da fuochi fatui e altre amenità - un libero omaggio alla "Parata dei Cento demoni" (ovvero una processione yokai). Questo il corteo di mostri e spiriti che alla fine ha dato vita a un’opera collettiva che ho amato fin dai primi segni, e che prima o poi spero di vedere in una spettacolare versione colorata (senza nulla togliere alla fantastica stilizzazione del segno monocromo)…
Il tema dello Yokai non era per nulla legato alla serata nel quartiere Zaist (cui hanno partecipato con la loro musica anche i Duramadre) ma gli spettatori che hanno assistito all’evento estemporaneo hanno molto apprezzato, soprattutto i bambini. E io e mia sorella Tamara ci siamo divertiti pure noi ad aggiungere la nostra performatività, interpretando due Bakemono un po’ estrose e fuori dal loro consueto ruolo di esseri spaventatori.
Insomma, una di quelle occasioni in cui un profilo basso (cui siamo abituati) non significa necessariamente scarsa qualità. Ed è piacevole notare che anche i coordinatori dell’Ufficio Politiche Giovanili di Cremona abbiano apprezzato la passione e la professionalità con cui i nostri creativi si sono cimentati nel trasformare un normale giovedì d’estate in una piccola esperienza ludico-artistica. Un ringraziamento va anche a Michele Ginevra, cuore e mente del Centro Fumetto Andrea Pazienza, che ci ha sostenuto sia in loco che sul suo blog.
Adesso sono molto curioso di vedere se queste strane persone che io chiamo amici, altri chiamano pazzi, alcuni ancora artisti, e forse sono un po’ anche degli yokai loro stessi – voglio vedere se si decideranno a continuare questo sodalizio, unendosi per nuove esperienze creative con ma anche al di fuori della Specie di Spazio. Io ci spero.
In attesa che tutti i tempi vadano in malòra, che le stelle si infanghino, che gli amori finiscano e le anime diventino rugiada, sono fiero di voi, menestrelli e cantòri, santi e assassini, personaggi in cerca d’autore, pensieri fluidi, dominatori che si fingono servi.
P.S.:
Mi rendo conto di non essermi cimentato in una lunga spiegazione di cosa sia uno Yokai, ma preferisco che i curiosi facciano le loro ricerche da soli. Inoltre, mi sembra che, attraverso le meravigliose illustrazioni e i fumetti di Shigeru Mizuki, che hanno influenzato centinaia di mangaka e di cineasti orientali, l’argomento non sia poi neppure così sconosciuto: basta ricordarsi quanto la mitologia di quel lontano paese ricorra in quasi ogni cartone animato che abbiamo visto da piccoli, e che continuiamo a vedere anche da grandi (dice nulla il nome di Hayao Miyazaki?). E proprio il tributo a Mizuki finisce con la canzone della sigla del celebre Gegege no Kitaro, che fa da sfondo all’ormai solito video-report che su questo blog non può mai mancare…
Alla prossima.
David C. Fragale